Versione originale in latino
Non intermittunt interim cotidiana proelia in conspectu utrorumque castrorum, quae ad vada transitus que fiebant paludis. Qua contentione Germani, quos propterea Caesar traduxerat Rhenum ut equitibus interpositi proeliarentur, cum constantius universi paludem transissent paucisque resistentibus interfectis pertinacius reliquam multitudinem essent insecuti, perterriti non solum ei qui aut comminus opprimebantur aut eminus vulnerabantur, sed etiam qui longius subsidiari consuerant, turpiter refugerunt, nec prius finem fugae fecerunt saepe amissis superioribus locis quam se aut in castra suorum reciperent, aut nonnulli pudore coacti longius profugerent. Quorum periculo sic omnes copiae sunt perturbatae ut vix iudicari posset, utrum secundis minimisque rebus insolentiores an adverso mediocri casu timidiores essent.
Traduzione all'italiano
Nel frattempo non trovano sosta le scaramucce quotidiane davanti agli accampamenti, vicino ai guadi e ai passaggi della palude. In una di esse i Germani, che Cesare aveva spinto oltre il Reno affinché si mischiassero tra loro i cavalieri, superarono ognuno la palude con grande fermezza, uccisero i pochi che provarono a resistere e inseguivano con molta ostinazione i rimanenti, seminando il panico non solamente in chi era pressato da vicino o colipito da lontano, ma anche tra i rinforzi, che stavano più lontano, come di norma. Fu una rotta vergognosa: scalzati, via via, dalle postazioni dominanti, non si arrestarono fino a che non trovarono rifugio nel proprio accampamento; altri, in preda al disonore, continuarono la fuga pure oltre l'accampamento. Il pericolo smosse tutta l'armata del nemico, al punto che diventa arduo stabilire se i Galli siano più inclini alla boria per le banali vittorie o timorosi davanti alle mediocri avversità.