blakman
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Versione originale in latino


libertate athenis restituta, laetitia Alcibiadis non nimis fuit diuturna. Nam, postquam decreti sunt et honores summi ac tota res publica domi bellique tradita est eius unius arbitrio, cum duobus collegis et cum ingenti classe vectus est in Asiam, ut Cymen, opulentum oppidum, in Athenarum potestatem redigeret. Quoniam irrita protrahebatur expeditio, Athenienses sibipersuaserunt ut alcibiades, eximiae virtutis ac summi conilii imperato, neglegenter aut malitiose rem ageret.
Alii memorabant eum bello Peloponnesiaco Lacedaemoni se dedisse sine cura patriae, alii plane denuntiabant eum corruptum esse a Persarum rege ne Cymen caperet. Itaque ei putamus summo malo fuisse nimiam opinionem ingenii atque virtutis eius: multi timebant ne, secunda fotuna masgnisque opius incensus, tyrannidem concupisceret. Itaque inimici civitatem induxerunt ut ei magistratum abrogaret et alium in eius locum subsitueret.

Traduzione all'italiano


Restituita la libertà ad Atene, la gioia di Alcibiade non fu molto durevole. Infatti, dopo che gli furono assegnati i sommi onori e tutto lo stato in pace e in guerra fu affidato nel potere di lui solo, fu portato in Asia con due compagni e un’ingente flotta affinché riducesse Cime, ricca città, in potere di Atene. Poiché la vana spedizione era prolungata gli Ateniesi si convinsero che Alcibiade, generale di straordinario valore e di somma saggezza, conducesse l’impresa negligentemente o astutamente. Alcuni ricordavano che lui nella guerra del Peloponneso si consegnò a sparta senza cura delle patria, altri dichiaravano che fosse stato corrotto dal re persiano affinché non prendesse Cime. Perciò crediamo che l’eccessiva considerazione del suo ingegno e del suo valore fu per lui un grandissimo male: molti temevano che, infiammato dalla buona sorte e il grande potere, desiderasse la tirannide. Perciò i nemici indussero la cittadinanza a togliergli la carica e mettere un altro al suo posto.

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