Fabrizio Del Dongo
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Appunto di lingua latina che contiene la traduzione di un passo adattato da Tito Livio tratto da "Ab Urbe condita".

Versione originale in latino


Lucretia maesta tanto malo nuntium Romam ad patrem Ardeamque ad virum mittit, ut cum singulis fidelibus amicis veniant: rem atrocem incidisse. Sp. Lucretius cum P. Valerio, Conlatinus cum Iuinio Bruto venit.
Lucretiam sedentem maestam in cubiculo inveniunt. Adeventu suorum licrimae obortae, quaerentique viro: “Satis salve?” “Minime - inquit. – Quind enim salvi et mulieri amissā pudicitiā? Vestigia viri alieni, Conlatine, in lecto sunt tuo; cenerume corpus est tantum violatum, animus insons; mors testis erit.
Sed date dexteras fidemque haud impune adultero fore”. Dant omnes fidem ; consolantur aegram : mentem peccare, non corpus, et unde consilium afuerit culpam abesse.
« Vos – inquit – videritis quid illi debeatur : ego me etsi peccato absolvo, supplicio non libero ; nec ulla deinde impudica Lucretiae exemplo vivet. »
Cultrum quem sub veste abditum habebat, eum in corde defigit, prolapsaque in vulnus moribunda cecidit. Conclamat vir paterque.

Traduzione all'italiano


Lucrezia, afflitta da una così grave sciagura, manda un ambasciatore a Roma, dal padre e a Ardea, dal marito, affinché ciascuno (dei due) venga con degli amici fidati: [disse che era ] accaduta una cosa atroce. Spurio Valerio Lucrezio arrivò con Publio Valerio e Collatino con Lucio Giunio Bruto.
Trovarono Lucrezia afflitta, seduta in camera da letto. Messasi a piangere al loro arrivo, al marito che le domandava “Stai bene?”, rispose: “Per nulla. Che bene ci può essere per una donna che ha perso la sua pudicizia? O Collatino, le tracce di un uomo estraneo a me (di un altro uomo) sono nel tuo letto; del resto, soltanto il corpo è violato, lo spirito è innocente; la morte ne sarà testimone. Ma datemi la vostra mano e la vostra parola, l’adultero non resterà impunito”. Tutti danno la [propria] parola; consolano l’afflitta: [dicono che] è la mente a peccare e non il corpo, e poiché manca l’intenzione non c’è alcuna colpa.
“Vedrete voi – disse – che cosa gli dovrà essere fatto: io, sebbene mi assolva dal peccato, non mi libero dal supplizio; e perciò nessuna donna vivrà con l’esempio di Lucrezia”.
Si conficcò nel cuore il coltello che si era nascosto sotto la veste e accasciandosi sulla ferita, cadde a terra esanime. Fra le urla del padre e del marito.

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