Versione originale in latino
Volumnius, ortus equestri loco, cum M. Lucullum familiariter coluisset eumque M. Antonius, quia Bruti et Cassii partes secutus erat, interemisset, quamvis ei fugere liceret, exanimi amico adhaesit tantumque lacrimarum profudit ut nimia pietate causam sibi mortis arcesseret. Nam propter praecipuam et perseverantem lamentationem ad Antonium perductus est. Postquam in illius conspectu stetit: «Iube me,» inquit «imperator, protinus ad Luculli corpus duci et occidi: neque enim, absumpto illo, superesse debeo, quia ei infelicis auctor militiae exstiti». Quid hac benivolentia fidelius concipi potest? Quo mortem amici miserabiliorem redderet, se ipse accusavit atque inimico invisiorem fecit. Nec Volumnius difficiles Antonii aures habuit: nam illius iussu quo voluerat ductus est et, dexteram Luculli avide osculatus, caput, quod abscisum iacebat, pectori suo adplicavit ac deinde demissam cervicem carnificis gladio praebuit.
Traduzione all'italiano
Volumnio, proveniente da una ceto aristocratico equestre, avendo frequentato con confidenza Marco Lucullo e avendolo trafitto Marco Antonio, poichè aveva seguito i gruppi di Bruto e Cassio, malgrado gli fosse possibile fuggire, rimase attaccato all'amico esanime e versò una tale quantità di lacrime che per l'eccessiva pietà provocò il motivo della sua morte. I nfatti a causa della particolare e prolungata dimostrazione di dolore venne condotto da Antonio. Essendosi trovato di fronte a lui, disse: "Comanda, generale, che io sia condotto subito vicino il corpo di Lucullo e trafitto: siccome neanche io devo restare in vita poi che lui fu trafitto, poichè fui per lui il responsabile di una sfortunata spedizione di guerra". Cosa si può pensare di più fedele rispetto a codesta benevolenza? Per rendere più dignitosa di pietà la fine dell’amico, accusò se stesso e si rese più biasimevole all'avversario. Né Volumnio ebbe difficoltà a ricevere l’interesse di Antonio: difatti per suo comando fu portato dove aveva richiesto e, baciata bramosamente la mano destra di Lucullo, si avvicinò al petto la testa che si trovava troncata, per poi donare il collo calato alla spada del carnefice.