Pillaus
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Versione originale in latino


Nec Civilis silentem struxit aciem, locum pugnae testem virtutis ciens: stare Germanos Batavosque super vestigia gloriae, cineres ossaque legionum calcantis. Quocumque oculos Romanus intenderet, captivitatem clademque et dira omnia obversari. Ne terrerentur vario Trevirici proelii eventu: suam illic victoriam Germanis obstitisse, dum omissis telis praeda manus impediunt: sed cuncta mox prospera et hosti contraria evenisse. Quae provideri astu ducis oportuerit, providisse, campos madentis et ipsis gnaros, paludes hostibus noxias.
Rhenum et Germaniae deos in aspectu: quorum numine capesserent pugnam, coniugum parentum patriae memores: illum diem aut gloriosissimum inter maiores aut ignominiosum apud posteros fore. Ubi sono armorum tripudiisque—ita illis mos—adprobata sunt dicta, saxis glandibusque et ceteris missilibus proelium incipitur, neque nostro milite paludem ingrediente et Germanis, ut elicerent, lacessentibus.

Traduzione all'italiano


Neppure Civile dispose i suoi in silenzio, ma additava proprio il terreno della battaglia a testimonianza del loro valore: stavano Germani e Batavi sulle orme della loro gloria, calcando ceneri e ossa di legioni. Ovunque i Romani volgessero lo sguardo, si trovavano davanti la loro prigionia, il disastro subito, solo immagini funeste. E nessuna paura per le vicende della battaglia dei Treviri: là i Germani s’eran trovati ad avere contro la loro stessa vittoria, quando, lasciate le armi, si riempivano le mani di preda; ma poi c’eran stati solo successi, e rovesci per il nemico. A quanto l’abilità di un capo doveva provvedere, egli aveva provveduto: campi allagati, ma a loro ben noti, e paludi fatali per il nemico. Il Reno e gli dèi della Germania stavano davanti a loro: fidando dunque in essi combattessero, memori delle mogli, dei genitori, della patria. Quel giorno sarebbe stato o il più glorioso di quelli dei loro avi o il più vergognoso agli occhi dei posteri. Salutarono quelle parole (così usano esprimere il loro consenso) con un fragore di armi cozzanti e una danza di guerra. Poi cominciarono la battaglia con lancio di sassi, di palle e di altri oggetti simili, ma i nostri soldati non si avventuravano nella palude, benché i Germani li provocassero per attirarveli.

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