Versione originale in latino
Duravit tamen patientia Iudaeis usque ad Gessium Florum procuratorem: sub eo bellum ortum. Et comprimere coeptantem Cestium Gallum Syriae legatum varia proelia ac saepius adversa excepere. Qui ubi fato aut taedio occidit, missu Neronis Vespasianus fortuna famaque et egregiis ministris intra duas aestates cuncta camporum omnisque praeter Hierosolyma urbis victore exercitu tenebat. Proximus annus civili bello intentus quantum ad Iudaeos per otium transiit. Pace per Italiam parta et externae curae rediere: augebat iras quod soli Iudaei non cessissent; simul manere apud exercitus Titum ad omnis principatus novi eventus casusve utile videbatur.
Traduzione all'italiano
Tuttavia i Giudei pazientarono fino al procuratore Gessio Floro: con lui scoppiò la guerra. Nei suoi tentativi di soffocarla, il legato di Siria Cestio Gallo li affrontò in diversi scontri con alterna, ma più spesso avversa, fortuna. Come questi ebbe a morire, o per destino o per i crucci patiti, Vespasiano, inviato da Nerone, grazie alla sua fortuna, alla fama e a ottimi collaboratori, nel giro di due estati, occupava col suo esercito vincitore tutto il piano e tutte le città, tranne Gerusalemme. L’anno seguente, tutto occupato dalla guerra civile, passò tranquillo per i Giudei. Garantita la pace in Italia, ripresero anche i problemi di politica estera. Il risentimento cresceva per il fatto che solo i Giudei non avevano ceduto; ma nel contempo sembrava utile che alla testa degli eserciti rimanesse Tito, per poter far fronte a tutte le evenienze del nuovo principato.