Pillaus
(7338 punti)
2' di lettura

Versione originale in latino


Ceterum Seianus maerentem et improvidam altius perculit, immissis qui per speciem amicitiae monerent paratum ei venenum, vitandas soceri epulas. Atque illa simulationum nescia, cum propter discumberet, non vultu aut sermone flecti, nullos attingere cibos, donec advertit Tiberius, forte an quia audiverat; idque quo acrius experiretur, poma, ut erant adposita, laudans nurui sua manu tradidit. Aucta ex eo suspicio Agrippinae et intacta ore servis tramisit.
Nec tamen Tiberii vox coram secuta, sed obversus ad matrem non mirum ait si quid severius in eam statuisset a qua veneficii insimularetur. Inde rumor parari exitium neque id imperatorem palam audere, secretum ad perpetrandum quaeri.

Traduzione all'italiano


Seiano, da parte sua, volendo colpire più a fondo Agrippina ormai smarrita nel suo dolore, le inviò persone che le si fingevano amiche e la avvertì di un piano già pronto per avvelenarla, insistendo sull'opportunità che evitasse i banchetti del suocero. Un giorno Agrippina, incapace di finzione, gli capitò accanto in un convito; se ne stette riservata e in silenzio senza toccare cibo, finché Tiberio, o per caso o perché gliel'avevano fatto osservare, se ne accorse; allora, per avere un riscontro più certo, personalmente offerse alla nuora dei frutti, così com'erano stati portati, lodandone la bontà. Ciò accrebbe il sospetto di Agrippina, che li passò, senza assaggiarli, ai servi. Tiberio non fece seguire, al suo indirizzo, nessun commento ma, rivolto alla madre, disse che non era impensabile un duro provvedimento contro la donna che lo sospettava di essere un avvelenatore. Da qui nacque la voce di una sua prossima rovina e che l'imperatore, non osando agire apertamente, cercasse il modo di provocarla in segreto.

Domande e risposte