Versione originale in latino
Quibus perpetratis Nero et contione militum habita bina nummum milia viritim manipularibus divisit addiditque sine pretio frumentum. Quo ante ex modo annonae utebantur. Tum quasi gesta bello expositurus, vocat senatum et triumphale decus Petronio Turpi
Traduzione all'italiano
Perpetrato tutto ciò, Nerone, adunati i pretoriani, distribuì a ciascuno duemila sesterzi e in aggiunta diede loro, gratuito, quel frumento che prima pagavano a prezzo di mercato. Poi, quasi dovesse riferire su imprese militari, convoca il senato e conferisce l'onore del trionfo all'ex console Petronio Turpiliano, al pretore designato Cocceio Nerva e al prefetto del pretorio Tigellino, esaltando gli ultimi due al punto da far collocare, oltre alle immagini trionfali nel foro, anche le loro statue nel palazzo imperiale. Le insegne consolari furono attribuite a Ninfidio. Incontriamo costui ora per la prima volta, e intendo darne qualche breve notizia, perché anch'egli sarà parte delle sciagure di Roma. Nato dunque da una liberta, che aveva prostituito il bellissimo corpo agli schiavi e ai liberti imperiali, si vantava come nato da Gaio Cesare, perché lo ricordava, casualmente, nell'alta statura e nell'aspetto torvo, o forse anche perché Gaio Cesare, cui non dispiacevano neanche le prostitute, si era goduto pure la madre di lui...