Pillaus
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Versione originale in latino


Ad eo Vologaeses nihil pro causa, sed opperiendos sibi fratres Pacorum ac Tiridaten rescripsit; illum locum tempusque consilio destinatum, quid de Armenia cernerent; adiecisse deos dignum Arsacidarum, simul ut de legionibus Romanis statuerent. Missi posthac Paeto nuntii et regis conloquium petitum, qui Vasacen praefectum equitatus ire iussit. Tum Paetus Lucullos, Pompeios et si qua C[a]esa[res] obtinendae donandaeve Armeniae egerant, Vasaces imaginem retinendi largiendive penes nos, vim penes Parthos memorat.
Et multum in vicem disceptato, Monobazus Adiabenus in diem posterum testis iis quae pepigissent adhibetur. Placuitque liberari obsidio legiones et decedere omnem militem finibus Armeniorum castellaque et commeatus Parthis tradi, quibus perpetratis copia Vologaesi fieret mittendi ad Neronem legatos.

Traduzione all'italiano


Nella risposta, Vologese non entrò nel merito dei problemi, ma disse che aspettava i fratelli Pacoro e Tiridate: avevano scelto apposta quel luogo e quel momento per una risoluzione sull'Armenia; ora gli dèi accordavano una grazia degna degli Arsacidi, di potere cioè decidere anche delle legioni romane. Dopo di che, Peto inviò i suoi messi per chiedere un colloquio col re, che ne diede l'incarico al comandante della cavalleria Vasace. Peto allora ricorda i Luculli, i Pompei e tutte le scelte operate dai Cesari romani per tenere o cedere l'Armenia; Vasace replica che noi abbiamo sì compiuto l'atto formale di tenere o concedere, ma che il vero potere era dei Parti. Dopo lunghe e reciproche schermaglie, viene invitato, per il giorno seguente, l'adiabeno Morobazo come testimone di quanto avessero convenuto. Fu deciso di liberare le legioni dall'assedio, di evacuare tutti i soldati romani dai territori dell'Armenia, di consegnare ai Parti le fortezze e i viveri e, ad avvenuta esecuzione di tutto ciò, di consentire a Vologese l'invio di ambasciatori a Nerone.

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