Versione originale in latino
Praevaluere haec adiuta Agrippinae inlecebris: ad eum per speciem necessitudinis crebro ventitando pellicit patruum ut praelata ceteris et nondum uxor potentia uxoria iam uteretur. Nam ubi sui matrimonii certa fuit, struere maiora nuptiasque Domitii, quem ex Cn. Ahenobarbo genuerat, et Octaviae Caesaris filiae moliri; quod sine scelere perpetrari non poterat, quia L. Silano desponderat Octaviam Caesar iuvenemque et alia clarum insigni triumphalium et gladiatorii muneris magnificentia protulerat ad studia vulgi. Sed nihil arduum videbatur in animo principis, cui non iudicium, non odium erat nisi indita et iussa.
Traduzione all'italiano
Prevalsero questi argomenti, sorretti dal fascino di Agrippina: nelle sue frequenti visite, col pretesto della parentela, avvinse lo zio al punto da essere preferita alle altre e da esercitare, benché non ancora moglie, il potere di moglie. Quando infatti si vide sicura del suo matrimonio, concepì subito progetti più ambiziosi, progettando le nozze di Domizio, che aveva avuto da Gneo Enobarbo, con Ottavia, figlia di Claudio: progetto non realizzabile se non passando sopra altri, perché Cesare aveva promesso Ottavia a Lucio Silano e aveva costruito la popolarità del giovane, per altro già noto, assegnandogli le insegne trionfali e allestendo un fastoso spettacolo di gladiatori. Ma nessuna operazione sembrava irrealizzabile, operando nell'animo di un principe, le cui scelte e i cui rifiuti erano solo quelli suggeriti o imposti.