Versione originale in latino
Tunc contractos in principia iussosque dicta cum silentio accipere temporis ac necessitatis monet. Unam in armis salutem, sed ea consilio temperanda manendumque intra vallum, donec expugnandi hostis spe propius succederent; mox undique erumpendum: illa eruptione ad Rhenum perveniri. Quod si fugerent, pluris silvas, profundas magis paludes, saevitiam hostium superesse; at victoribus decus gloriam. Quae domi cara, quae in castris honesta, memorat; reticuit de adversis. Equos dehinc, orsus a suis, legatorum tribunorumque nulla ambitione fortissimo cuique bellatori tradit, ut hi, mox pedes in hostem invaderent.
Traduzione all'italiano
Allora, radunati i legionari nel quartier generale e imposto loro di ascoltarlo in silenzio, Cecina ricorda la gravità del momento: l'unica salvezza stava nelle armi, ma dovevano usarle con intelligenza, restando all'interno del campo, finché i nemici, col proposito di espugnarlo, non si fossero fatti sotto; allora sarebbe stato il momento di balzar fuori da ogni parte: la sortita li avrebbe portati al Reno. Se si fossero invece dati alla fuga, li attendevano solo foreste più vaste, paludi più profonde e la ferocia del nemico; al contrario, vincendo, li attendevano onore e gloria. Ricorda loro gli affetti familiari e la dignità della vita militare; nessuna parola sui rovesci subiti. Poi consegna, cominciando dai propri, e senza riguardo alcuno per quelli dei legati e tribuni, un cavallo ai combattenti più valorosi: toccava loro lanciarsi per primi, seguiti dai fanti, contro il nemico.