Versione originale in latino
Historiam in adulescentia hortante T. Livio, Sulpicio vero Flavo etiam adiuvante, scribere adgressus est. Et cum primum freqventi auditorio commisisset, aegre perlegit refrigeratus saepe a semet ipso. Nam cum initio recitationis defractis compluribus subsellis obesitate cuiusdam risus exortus esset, ne sedato quidem tumultu temperare potuit, quin ex intervallo subinde facti reminisceretur cachinnosque revocaret. In principatu quoque et scripsit plurimum et assidue recitavit per lectorem. Initium autem sumpsit historiae post caedem Caesaris dictatoris, sed et transiit ad inferiora tempora coepitque a pace civili, cum sentiret neque libere neque vere sibi de superioribus tradendi potestatem relictam, correptus saepe et a matre et ab avia.
Prioris materiae duo volumina, posterioris unum et quadraginta reliquit. Composuit et "de vita sua" octo volumina, magis inepte quam ineleganter; item "Ciceronis defensionem adversus Asini Galli libros" satis eruditam. Novas etiam commentus est litteras tres ac numero veterum quasi maxime necessarias addidit; de quarum ratione cum privatus adhuc volumen edidisset, mox princeps non difficulter optinuit ut in usu quoque promiscuo essent. Extat talis scriptura in plerisque libris ac diurnis titulisque operum.
Traduzione all'italiano
Durante la sua adolescenza cominciò a scrivere una storia su consiglio di Tito Livio e con l'aiuto di Sulpicio Flavo. La prima volta che si presento ad un folto uditorio, a mala pena giunse in fondo alla lettura interrompendosi spesso da solo. In realtà, all'inizio della sua lettura le risa erano scoppiate perché molti banchi si erano rotti sotto il peso di un uditore piuttosto voluminoso, ma anche quando il disordine si fu calmato, egli non poté fare a meno di ritornare, di tanto in tanto, su questo incidente, cosa che fece scoppiare ancora le risate. Anche durante il suo principato scrisse molto e spesso fece leggere le sue opere. Prese come punto di partenza della sua storia gli eventi successivi all'assassinio del dittatore Cesare, rna passò in seguito ad un'epoca più recente, cominciando dalla pace che seguì alle guerre civili, perché sia sua madre, sia sua nonna rimproverandolo gli fecero capire che non gli era consentito di raccontare liberamente, con sincerità, gli avvenimenti anteriori. Lasciò due volumi della sua prima storia e quarantuno della seconda. Compose anche, in otto libri, un'autobiografia, priva di sentimento, più che di eleganza, e una "Difesa di Cicerone contro i libri di Asinio Gallo", opera abbastanza erudita. Inventò anche tre lettere nuove che aggiunse a quelle dell'antico alfabeto, come se fossero indispensabili. A proposito di questo argomento pubblicò un volume quando era ancora un privato cittadino e più tardi, divenuto imperatore, ottenne senza difficoltà che venissero usate normalmente insieme con le altre. Questo tipo di scrittura si può vedere nella maggior parte dei libri, nei giornali del popolo e nelle iscrizioni dei monumenti dell'epoca.