Versione originale in latino
Senatum supplevit, patricios adlegit, praetorum aedilium quaestorum, minorum etiam magistratuum numerum ampliavit; nudatos opere censorio aut sententia iudicum de ambitu condemnatos restituit. Comitia cum populo partitus est, ut exceptis consulatus conpetitoribus de cetero numero candidatorum pro parte dimidia quos populus vellet pronuntiarentur, pro parte altera quos ipse dedisset. Et edebat per libellos circum tribum missos scriptura brevi: 'Caesar dictator illi tribui. Commendo vobis illum et illum, ut vestro suffragio suam dignitatem teneant.' admisit ad honores et proscriptorum liberos. Iudicia ad duo genera iudicum redegit, equestris ordinis ac senatorii; tribunos aerarios, quod erat tertium, sustulit. Recensum populi nec more nec loco solito, sed vicatim per dominos insularum egit atque ex viginti trecentisque milibus accipientium frumentum e publico ad centum quinquaginta retraxit; ac ne qui novi coetus recensionis causa moveri quandoque possent, instituit, quotannis in demortuorum locum ex iis, qui recensi non essent, subsortitio a praetore fieret.
Traduzione all'italiano
Completò il Senato, creò nuovi patrizi, aumentò il numero dei pretori, degli edili, dei questori e anche dei magistrati minori, riabilitò i cittadini privati delle loro prerogative per intervento del censore o condannati per broglio dai giudici. Divise con il popolo il diritto di eleggere i magistrati, stabilendo che, salvo per gli aspiranti al consolato, una metà degli eletti doveva essere presa tra i candidati scelti dal popolo, e l'altra metà tra quelli che lui stesso aveva designato. E lui designava i suoi candidati per mezzo di circolari, indirizzate ai tribuni, che recavano questa semplice formula: "Il dittatore Cesare ha designato il tale. Vi raccomando il tale e il tal altro, perché con il vostro voto ottengano la loro carica." Ammise alle cariche anche i figli dei proscritti. Per la giustizia conservò soltanto due categorie di giudici: quelli dell'ordine equestre e quelli dell'ordine senatorio. Soppresse la terza, quella dei tribuni del tesoro. Fece il censimento della popolazione, non secondo il modo e i luoghi consueti, ma in ogni quartiere, per mezzo dei proprietari di stabili di abitazione, e ridusse a centocinquantamila i trecentoventimila plebei che ricevevano frumento dallo Stato. Infine, perché il censimento non dovesse in avvenire far sorgere qualche sommossa, stabilì che ogni anno, per rimpiazzare i morti, il pretore estraesse a sorte tra i plebei quelli che non erano stati iscritti.