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di pser
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Versione originale in latino


Per idem tempus Plautius Silvanus praetor incertis causis Aproniam coniugem in praeceps iecit, tractusque ad Caesarem ab L. Apronio socero turbata mente respondit, tamquam ipse somno gravis atque eo ignarus, et uxor sponte mortem sumpsisset. Non cunctanter Tiberius pergit in domum, visit cubiculum, in quo reluctantis et impulsae vestigia cernebantur. Refert ad senatum, datisque iudicibus Urgulania Silvani avia pugionem nepoti misit. Quod perinde creditum quasi principis monitu ob amicitiam Augustae cum Urgulania.
Urgulania, Silvani avia, pigione nepoti misit. Quod perinde creditum quasi principis monitu ob amicizia Augustae, cum Urgulania. Reus frustra temptato ferro venas praebuit exolvendas. Mox Numantina, prior uxor eius, accusata iniecisse carminibus et veneficiis vaecordiam marito, insons iudicatur. Reus frustra temptato ferro venas praebuit exolvendas. Mox Numantina, prior uxor eius, accusata iniecisse carminibus et veneficiis vaecordiam marito, insons iudicatur.

Traduzione all'italiano


Durante il medesimo tempo, il pretore Plauzio Silvano, per motivi oscuri, gettò dalla finestra sua moglie Apronia, e trascinato alla presenza di Cesare dal suocero Lucio Apronio, rispose con mente agitata, come se egli stesso avesse un sonno pesante , fosse ignaro di ciò e sua moglie si fosse data spontaneamente la morte. Senza esitazione Tiberio si diresse verso la casa, visitò la stanza da letto, nella quale si distinguevano segni di una donna che aveva lottato ed era stata colpita. Riferisce al senato e, deciso il rinvio a giudizio, Urgulania, nonna di Silvano, mise un pugnale in mano al nipote. Ciò fu allo stesso modo offerto come un monito del principe a causa dell’amicizia di Livia con Urgulania. L’accusato, toccato a lungo il ferro, decise di tagliarsi le vene. Poi, Numantina, la prima delle sue due mogli, accusata di aver provocato la morte del marito con sortilegi e filtri, fu riconosciuta innocente.

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