Versione originale in latino
Ut fit in proelio, ut ignavus miles ac timidus, simul ac viderit hostem, abiecto scuto fugiat, quantum possit, ob eamque causam pereat non numquam etiam integro corpore, cum ei qui steterit, nihil tale evenerit, sic qui doloris speciem ferre non possunt, abiiciunt se atque ita adflicti et exanimati iacent; qui autem restiterunt, discedunt saepissime superiores. Sunt enim quaedam animi similitudines cum corpore. Ut onera contentis corporibus facilius feruntur, remissis opprimunt, simillime animus intentione sua depellit pressum omnem ponderum, remissione autem sic urgetur, ut se nequeat extollere. Et, si verum quaerimus, in omnibus officiis persequendis animi est adhibenda contentio; ea est sola offici tamquam custodia. Sed hoc idem in dolore maxume est providendum, ne quid abiecte, ne quid tumide, ne quid ignave, ne quid serviliter muliebriterve faciamus.
Traduzione all'italiano
Come accadde in battaglia che un soldato codardo e timoroso, non appena vede il nemico, gettato lo scudo fugga quanto gli sia possibile e per tale motivo muoia talvolta anche con il corpo illeso, mentre a colui che è rimasto non sia accaduto nulla di ciò, allo stesso modo coloro che non possono sopportare l’idea del dolore, si avviliscono e giacciono così abbattuti ed indeboliti; coloro che però resistono, spessissimo risultano vincitori. Ci sono infatti alcune somiglianze dell’animo con il corpo. Come i pesi sono sopportati più facilmente da corpi tesi ed opprimono più facilmente i corpi rilassati, allo stesso identico modo l’animo con un suo sforzo rimuove il peso di ogni affanno; invece con il rilassamento è così incalzato che non riesce a risollevarsi. E se ricerchiamo il vero, lo sforzo dell’animo deve essere compiuto nel cercare di raggiungere tutti i doveri, quella è la sola per così dire guardia del corpo. Ma bisogna provvedere a queste medesime cose soprattutto nel dolore per non comportarci in modo vile, per non comportarci con timore, con codardia e per non comportarci da servi o in modo effeminato.