Versione originale in latino
Est enim amicitia nihil aliud nisi omnium divinarum humanarumque rerum cum benevolentia et caritate consensio; qua quidem haud scio an excepta sapientia nihil melius homini sit a dis immortalibus datum. Divitias alii praeponunt, bonam alii valetudinem, alii potentiam, alii honores, multi etiam voluptates. Beluarum hoc quidem extremum, illa autem superiora caduca et incerta, posita non tam in consiliis nostris quam in fortunae temeritate. Qui autem in virtute summum bonum ponunt, praeclare illi quidem, sed haec ipsa virtus amicitiam et gignit et continet nec sine virtute amicitia esse ullo pacto potest. Iam virtutem ex consuetudine vitae sermonisque nostri interpretemur nec eam, ut quidam docti, verborum magnificentia metiamur virosque bonos eos, qui habentur, numeremus, Paulos, Catones, Galos, Scipiones, Philos; his communis vita contenta est; eos autem omittamus, qui omnino nusquam reperiuntur.
Traduzione all'italiano
L'amicizia infatti non è altro se non l’armonia tra tutte le cose divine e umane, unita con benevolenza e affetto; e oltre a essa di certo non so se, esclusa la sapienza, dagli dei immortali sia stata data all'uomo cosa migliore. Alcuni le antepongono la ricchezza, altri la buona salute, altri il potere, altri gli onori, molti anche i piaceri. Questo è proprio delle bestie, quelle in verità sono passeggere e incerte, poiché non tanto dipendono dai nostri voleri, quanto dal capriccio della fortuna. Quelli poi che pongono il bene supremo nella virtù, fanno molto bene (sott. a fare ciò); però questa virtù stessa genera e mantiene l'amicizia, né l'amicizia senza la virtù in alcun modo può esservi. E la virtù intendiamola secondo la consuetudine della vita e del nostro linguaggio corrente, e non definiamola con la magnificenza delle parole, come fanno alcuni eruditi, e mettiamo nel numero degli uomini buoni quelli che son ritenuti tali, cioè, Paolo, Catone, Galo, Scipione, Filo; di questi si soddisfa la comune vita; e tralasciamo quelli che non si trovano da nessuna parte.