Fabrizio Del Dongo
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Versione originale in latino


Dum perdrix in inferioribus ramis altae arboris sedet, advenit vulpes et dixit: “Quam formosa es! Crura tua, rostrum, os tuum, sicut corallum sunt. Sed si dormires, pulchrior esse”. Credidit vulpi perdrix, clausit oculos; atque eam illico vulpes rapuit. At perdrix, lacrimas effundens: “Per artium tuarum virtutes, te quaeso: nomen meum dic, postea me devorabis”. At ubi vulpes perdricem nominare voluit, aperuit os et evasit perdrix. Tunc vulpes: “Heu, cur locuta sum?”.
Respondit perdrix: “Heu me dormire, quid necesse erat, cui somnus non venerat?” Sunt qui, ubi necessarium non est, loquuntur, et, ubi eos vigilare oportet, dormiunt.
(Adattato da Fedro)

Traduzione all'italiano


Mentre una pernice se ne stava appollaiata sui rami più bassi di un alto albero, sopraggiunse una volpe e disse: “Quanto sei graziosa! Le tue zampe, il becco e la tua bocca sono come corallo. Ma se tu dormissi, saresti ancora più bella". La pernice credette alla volpe [e] chiuse gli occhi; e subito la volpe la ghermì. Ma la pernice scoppiando in lacrime: “Per le virtù delle tue arti, ti prego: pronuncia il mio nome, poi mi mangerai”. Ma quando la volpe volle nominare la pernice, aprì la bocca e la pernice scappò via. Allora la volpe: “Ahimè, perché ho parlato?” Rispose la pernice: “Oh, perché era necessario che io dormissi se non mi era venuto sonno?”. Ci sono coloro che parlano, quando non è necessario, e quando è necessario che stiano svegli dormono.

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