Fabrizio Del Dongo
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Versione originale in latino


Quondam muse terra inter leonis pedes exit: “Tu quidem, leo – inquit –me occidere potest: ego autem, si mihi vitam libertatemque reliqueris, olim fortasse tibi prodesse potero”. Beluarum rex, hoc argumento motus, parvum murem dimisit salvum. Paulo post leo in laqueos indicit, unde exire non poterat. Mus, qui leronis clamores audiverat, statim accurrit: “Ne timeas – inquit – ego te liberabo!”. Etenim multas maculas retis acutis dentibus mira celeritate rosit, atque ita leo tandem exire potuit.
Beneficium prodest saepe non solum cui praestatur, sed etiam ei a quo praestatur.

Traduzione all'italiano


Una volta, un topo usci dalla terra [finendo] tra le zampe di un leone: “Tu veramente, o leone, - disse – mi puoi uccidere; io, invece, se mi avrai lasciato la vita e la libertà, un giorno ti potrò essere utile”. Il re degli animali, convinto da questo ragionamento, lasciò libero il topolino. Poco dopo, il leone rimase impigliato nei lacci di una una trappola da cui non poteva uscire (liberarsi). Il topo che aveva udito le grida del leone, accorse subito. “Non temere - disse - io ti libererò!”. Infatti, con i [suoi] denti a punta rosicchiò molto velocemente molte maglie della rete e così il leone poté uscire. Spesso il favore giova non solo a colui a cui è rivolto, ma anche a chi lo fa.

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