Suzy90
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Versione originale in latino


Advenit deinde maximi discriminis dies, quo Caesar Antoniusque productis classibus pro salute alter, in ruinam alter terrarum orbis dimicavere. [...] Ubi initum certamen est, omnia in altera parte fuere, dux, remiges, milites, in altera nihil praeter milites. Prima occupat fugam Cleopatra. Antonius fugientis reginae quam pugnantis militis sui comes esse maluit, et imperator, qui in desertores saevire debuerat, desertor exercitus sui factus est. Illis etiam detracto capite in longum fortissime pugnandi duravit constantia et desperata victoria in mortem dimicabatur. Caesar, quos ferro poterat interimere, verbis mulcere cupiens clamitansque et ostendens fugisse Antonium, quaerebat, pro quo et cum quo pugnarent. At illi cum diu pro absente dimicassent duce, aegre summissis armis cessere victoriam.

Traduzione all'italiano


Giunse, alla fine, il giorno del grandissimo conflitto, nel quale Cesare e Antonio, condotte avanti le flotte, combattevano l’uno per la salvezza, l’altro per la rovina del mondo. […] Quando iniziò la lotta, da una parte c’erano tutti, il comandante, i rematori, i soldati, dall’altra nulla, eccetto i soldati. Per prima cosa Cleopatra fugge (lett. “si impadronisce della fuga”). Antonio preferì essere compagno della sua regina che fuggiva piuttosto che dei suoi soldati che combattevano, e il comandante, che aveva il dovere di accanirsi contro i disertori, diventò disertore del suo esercito. A quelli, infatti, pur essendo privati del capo, perdurò la fermezza del combattere a lungo molto valorosamente e combattevano, persa la speranza di vittoria, fino alla morte. Cesare, a quelli che poteva uccidere con la spada, desiderando calmarli con le parole e gridando e dichiarando che Antonio era fuggito, chiedeva per chi e con chi stessero combattendo. Ed essi, avendo combattuto a lungo per un comandante assente, abbassate a malincuore le armi, desistettero dalla vittoria (concessero la vittoria).

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