Suzy90
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Versione originale in latino


Quid mirium igitur in senibus si infirmi sint aliquando, cum id ne adulescentes quidem effugere possint? Resistendum, Laeli et Scipio, senectuti est, eiusque vitia diligentia compensanda sunt, pugnandum tamquam contra morbum sic contra senectutem; habenda ratio valetudinis, utendum exercitationibus modicis, tantum cibi et potionis adhibendum ut reficiantur vires, non opprimantur. Nec vero corpori solum subveniendum est, sed menti atque animo multo magis; nam haec quoque, nisi tamquam lumini oleum instilles, exstinguuntur senectute. Et corpora quidem exercitationum defatigatione ingravescunt, animi autem exercendo levantur. Nam quos ait Caecilius ‘comicos stultos senes’, hos significat credulos, obliviosos, dissolutos, quae vitia sunt non senectutis, sed inertis, ignavae, somniculosae senectutis.

Traduzione all'italiano


Che cosa (c’è) allora di strano nei vecchi, se talvolta sono malati, poiché nemmeno i giovani possono evitarlo? Lelio e Scipione, bisogna resistere alla vecchiaia, e bisogna controbilanciare i suoi difetti con attenzione; combattere contro la malattia così come contro la vecchiaia, avere cura della salute, praticare moderati esercizi, usare una quantità di cibo e di bevande tale che le forze siano rianimate, non soffocate. E in verità non bisogna curare solo il corpo, ma molto di più la mente e l’animo; infatti anche questi, come se non instillassi olio in una lucerna, si spengono con la vecchiaia. E certamente i corpi si infiacchiscono per eccesso di esercizio, mentre si ristorano attraverso l'esercizio. Infatti, quelli che Cecilio chiama “stolti vecchi compagni”, vuol dire che questi (sono) ingenui, smemorati, trascurati, difetti che sono propri non della vecchiaia, ma della vecchiaia oziosa, pigra, sonnacchiosa.

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