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Versione originale in latino


[...] Solebat quidam Graeculus descendenti e palatio Augusto honorificum aliquod epigramma porrigere. Id cum frustra saepe fecisset, et tamen rursum eundem facturum Augustus videret, sua manu in charta breve exaravit graecum epigramma, et Graeculo venienti ad se obviam misit. Ille legendo laudare coepit, mirarique tam voce quam vultu gestuque. Dein cum accessit ad sellam qua Augustus vehebatur, demissa in pauperem crumenam manu, paucos denarios protulit, quos principi daret, dixitque se plus daturum fuisse, si plus habuisset.
Secuto omnium risu, Graeculum Augustus vocavit, eique satis grandem pecuniae summam numerari iussit. [...]

Traduzione all'italiano


[...] Un poetastro greco era solito porgere un qualche epigramma onorevole all'imperatore Augusto quando scendeva dal palazzo. Poiché lo aveva fatto spesso senza ragione, e tuttavia sembrando ad Augusto che questi l'avrebbe fatto ancora, (Augusto) compose di suo pugno su un breve foglietto un epigramma greco e lo consegnò al poeta greco che gli veniva incontro. Quello, mentre (lo) leggeva iniziò a lodare e a manifestare la sua ammirazione sia a voce che con l'espressione e i gesti. Subito dopo, quando entrò nella portantina su cui Augusto si faceva portare, fatta scivolare la mano nel povero borsellino, estrasse poche monete che diede al Principe, e disse che (gliene) avrebbe date di più se (ne) avesse avute di più. Essendo seguita la risata di tutti, Augusto convocò il grecastro, e ordinò che gli fosse pagata una considerevole somma di denaro. [...]

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