Versione originale in latino
Hoc autem vulgare quod illustre, cardinale, aulicum et curiale ostensum est, dicimus esse illud quod vulgare latium appellatur. Nam sicut quoddam vulgare est invenire quod proprium est Cremone, sic quoddam est invenire quod proprium est Lombardie; et sicut est invenire aliquod quod sit proprium Lombardie, [sic] est invenire aliquod quod sit totius sinistre Ytalie proprium; et sicut omnia hec est invenire, sic et illud quod totius Ytalie est. Et sicut illud cremonense ac illud lombardum et tertium semilatium dicitur, sic istud, quod totius Ytalie est, latium vulgare vocatur. Hoc enim usi sunt doctores illustres qui lingua vulgari poetati sunt in Ytalia, ut Siculi, Apuli, Tusci, Romandioli, Lombardi et utriusque Marchie viri.
Et quia intentio nostra, ut polliciti sumus in principio huius operis, est doctrinam de vulgari eloquentia tradere, ab ipso tanquam ab excellentissimo incipientes, quos putamus ipso dignos uti, et propter quid, et quomodo, nec non ubi, et quando, et ad quos ipsum dirigendum sit, in inmediatis libris tractabimus.
Quibus illuminatis, inferiora vulgaria illuminare curabimus, gradatim descendentes ad illud quod unius solius familie proprium est.
Traduzione all'italiano
D'altra parte diciamo che questo volgare, che è stato mostrato come illustre, cardinale, aulico e curiale, sia quello che si chiama volgare italiano. Infatti come è possibile trovare un volgare che sia proprio di Cremona, così è possibile trovarne (uno) che è proprio della Lombardia; e come se ne trova uno che è proprio della Lombardia, è possibile trovarne uno che si propria di tutta la parte sinistra dell'Italia; e come è possibile trovare tutti questi, così (si può trovare) anche quello che sia proprio di tutta l'Italia. E come quello si chiama cremonese e quello lombardo e il terzo semi-italiano, così questo, che è proprio di tutta l'Italia, si chiama volgare italiano. Di questo infatti si sono serviti i maestri illustri che hanno poetato in lingua volgare in Italia, come i Siciliana, gli Apuli, i Toscani, i Romagnoli, i Lombardi, e gli uomini di entrambe le Marche.
E poiché la nostra intenzione, come promettemmo all'inizio di quest'opera, è di tramandare la dottrina dell'eloquenza della lingua volgare, nei libri seguenti tratteremo di coloro che hanno cominciato da quello quasi come dall'eccellentissimo, che reputiamo degni di servirsi di esso, e a causa di cosa, e come, e dove, e quando, e a chi esso va diretto.
Illuminati da queste cose, avremo cura di illuminare i volgari inferiori, che discendono gradualmente verso quello che è proprio di una sola famiglia.