Atreyu
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Testo latino e traduzione versione da Cicerone, Pro Ligario, 36.

Versione originale in latino


Hic igitur T. Ligarius, qui tum nihil egit aliud—neque enim haec diuinabat—nisi ut tui eum studiosum et bonum uirum iudicares, nunc a te supplex fratris salutem petit. Quam huius admonitus officio cum utrisque his dederis, tris fratres optimos et integerrimos non solum sibi ipsos neque his tot, talibus uiris neque nobis necessariis tuis, sed etiam rei publicae condonaueris.

Traduzione all'italiano


Tito Ligario, dunque, che allora non cercò altro - né certo prevedeva la situazione attuale - che d'essere giudicato da te un galantuomo a te devoto, ora è qui a chiederti supplichevole la salvezza di suo fratello. Se, memore anche del servigio di costui, la concederai ad entrambi i fratelli qui presenti, restituirai tre fratelli, fior di galantuomini, non solo a se stessi, né soltanto a così numerosi e ragguardevoli personaggi che si trovano qui, né solo a noi, che siamo tuoi amici, ma anche allo Stato.

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