Versione originale in latino
At quam festive crimen contexitur! "Tua te" inquit "eadem, quae saepe, fortuna servavit: negavisti tum te inspicere velle." VII. Quid postea? An Deiotarus, re illo tempore non perfecta, continuo dimisit exercitum? Nullus erat alius insidiandi locus? At eodem te, cum cenavisses, rediturum dixeras, itaque fecisti. Horam unam aut duas eodem loco armatos, ut conlocati fuerant, retinere magnum fuit? Cum in convivio comiter et iucunde fuisses, tum illuc isti, ut dixeras: quo in loco Deiotarum talem erga te cognovisti, qualis rex Attalus in P. Africanum fuit, cui magnificentissima dona, ut scriptum legimus, usque ad Numantiam misit ex Asia, quae Africanus inspectante exercitu accepit; quod cum praesens Deiotarus regio et animo et more fecisset, tu in cubiculum discessisti.
Traduzione all'italiano
Ma com'è ben ordita l'accusa! Dice: «Ti ha salvato ancora una volta la fortuna che è sempre con te: quella volta hai detto che non volevi andare a vedere i doni». [VII] E poi? Forse Deiotaro, visto che quel giorno era andato a monte il suo pìano, in seguito depose le armi? non c'era nessun'altra occasione per l'agguato? Eppure tu avevi detto che saresti andato nella famigerata sala dopo cena, e così hai fatto. Sarebbe stata una difficoltà far restare nel medesimo luogo gli uomini armati, così come erano stati disposti, per un'ora o due? Dopo aver partecipato alla cena in un clima di affabilità e allegria, ti sei recato là, come avevi detto; in quella sala hai riconosciuto che Deiotaro nei tuoi confronti si era comportato come il re Attalo con P. Africano, al quale egli inviò dall'Asia fino a Numanzia doni ricchissimi (così dicono le fonti scritte), che l'Africano accolse alla presenza dell'esercito. E dopo che Deiotaro personalmente fece lo stesso gesto con l'atteggiamento e i modi degni di un re, ti sei ritirato nella tua stanza.