Atreyu
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Testo latino e traduzione versione da Cicerone, Pro Deiotaro, 18.

Versione originale in latino


Quid ait medicus? Nihil de veneno. At id fieri potuit primum occultius in potione, in cibo; deinde etiam impunius fit, quod cum est factum, negari potest. Si palam te interemisset, omnium in se gentium non solum odia, sed etiam arma convertisset: si veneno, Iovis ille quidem hospitalis numen numquam celare potuisset, homines fortasse celasset. Quod igitur et conari occultius et efficere cautius potuit, id tibi et medico callido et servo, ut putabat, fideli, non credidit: de armis, de ferro, de insidiis celare te noluit?

Traduzione all'italiano


Eppure avrebbe potuto essere somministrato anzitutto più di nascosto in una bevanda, nel cibo; e poi anche in modo più sicuro, perché, una volta somministrato, si può negare di averlo fatto. Se ti avesse fatto uccidere apertamente, avrebbe attirato su di sé non soltanto l'odio di tutti i popoli ma anche i loro eserciti; se l'avesse fatto con il veleno, di certo non avrebbe mai potuto agire di nascosto a Giove protettore degli ospiti, ma forse agli uomini sì. E allora, ciò che avrebbe potuto tramare lui stesso in modo più nascosto ed eseguire con maggior sicurezza, non lo demandò a te, seppure sei medico esperto e schiavo che credeva fedele: e non volle tenerti all'oscuro di sicari, di armi, di agguati?

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