Versione originale in latino
Princeps P. Lentulus, parens ac deus nostrae vitae fortunae memoriae nominis, hoc specimen virtutis, hoc indicium animi, hoc lumen consulatus sui fore putavit, si me mihi, si meis, si vobis, si rei publicae reddidisset. qui ut est designatus, numquam dubitavit sententiam de salute mea se et re publica dignam dicere: cum a tribuno plebis vetaretur, cum praeclarum caput recitaretur ne quis ad vos referret, ne quis decerneret, ne disputaret, ne loqueretur, ne pedibus iret, ne scribendo adesset, totam illam, ut ante dixi, proscriptionem non legem putavit, qua civis optime de re publica meritus nominatim sine iudicio una cum senatu rei publicae esset ereptus. Vt vero iniit magistratum, non dicam quid egit prius, sed quid omnino egit aliud nisi ut me conservato vestram in posterum dignitatem auctoritatemque sanciret?
Traduzione all'italiano
Il principe Publio Lentulo, genitore e nume protettore della nostra vita e sorte, della nostra memoria e del nostro nome, pensò che avrebbe dato una certa prova di virtù, un segno della sua indole, un qualche lustro al proprio consolato, se avesse restituito me a me stesso, ai miei amici, a voi e allo Stato. Questi, come fu designato console, mai esitò ad esprimere la propria degna opinione sulla mia causa e sullo Stato. Quando fu posto il "veto" dal tribuno della plebe, quando fu letto quell'ammirabile articolo di legge affinchè nessuno riferisse nulla a voi, né emettesse decreti, affinchè nessuno sollevasse alcuna discussione, né parlasse, affinchè nessuno votasse a favore, né partecipasse alla redazione di un decreto, ritenne tutto ciò che ho appena detto una proscrizione e non una legge per la quale un cittadino che si era reso benemerito nei confronti dello Stato per nome, senza alcun processo fosse strappato allo stato e al senato allo stesso tempo. Ma non dovrei dire, appena assunse la carica, cosa fece prima, cos'altro fece in generale, se non per aver salvato me, per fissare la vostra dignità e autorità per l'avvenire?