Atreyu
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traduzione versione latino da Cicerone, Post reditum in senatu, 27

Versione originale in latino


ad haec non modo adiumenta salutis sed etiam ornamenta dignitatis meae reliqua vos idem addidistis: decrevistis ne quis ulla ratione rem impediret; qui impedisset, graviter molesteque laturos--illum contra rem publicam salutemque bonorum concordiamque civium facturum, et ut ad vos de eo statim referretur; meque etiam, si diutius calumniarentur, redire iussistis. quid? ut agerentur gratiae, qui e municipiis venissent? quid? ut ad illam diem, res cum redissent, rogarentur ut pari studio convenirent? quid? denique illo die, quem P. Lentulus mihi fratrique meo liberisque nostris natalem constituit, non modo ad nostram verum etiam ad sempiterni memoriam temporis, quo die nos comitiis centuriatis, quae maxime maiores comitia iusta dici haberique voluerunt, arcessivit in patriam, ut eaedem centuriae quae me consulem fecerant consulatum meum comprobarent.

Traduzione all'italiano


E a queste azioni voi stessi aggiungeste non solo gli appoggi per il mio richiamo, ma anche il restante onore della mia dignità: decretaste che nessuno lo impedisse in nessun modo. Se qualcuno infatti lo avesse impedito, lo avreste tollerato con difficoltà e a malincuore; quello sarebbe quindi risultato nemico dello Stato, del benessere dei virtuosi e della concordia dei cittadini e all'istante ve ne sarebbe giunta notizia; e, nonostante mi calunniassero a lungo, approvaste il mio ritorno. Perché? Per ringraziare quelli venuti perfino dai municipi? Perché? Perché fino a quel giorno, una volta ritornate le cose a posto, venisse chiesto loro che si riunissero con egual fervore? Infine perché richiamare quel giorno che Publio Lentulo stabilì come compleanno mio, di mio fratello e dei nostri figli, non solo per la nostra memoria, ma anche per l’eterno ricordo del tempo? Proprio in quel giorno nei nostri comizi centuriati, che i nostri antenati vollero fortissimamente che fossero detti e considerati "comizi giusti", mi richiamò in patria, affinché le stesse centurie che mi avevano eletto console, confermassero il mio consolato.

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