Versione originale in latino
Cum hoc homine an cum stipite in foro constitisses, nihil crederes interesse: sine sensu, sine sapore, elinguem, tardum, inhumanum negotium, Cappadocem modo abreptum de grege venalium diceres. idem domi quam libidinosus, quam impurus, quam intemperans, non ianua receptis sed pseudothyro intromissis voluptatibus! Cum vero etiam litteris studere incipit et belua immanis cum Graeculis philosophari, tum est Epicureus non penitus illi disciplinae, quaecumque est, deditus, sed captus uno verbo voluptatis. habet autem magistros non ex istis ineptis qui dies totos de officio ac de virtute disserunt, qui ad laborem, ad industriam, ad pericula pro patria subeunda adhortantur, sed eos qui disputent horam nullam vacuam voluptate esse debere, in omni parte corporis semper oportere aliquod gaudium delectationemque versari.
Traduzione all'italiano
Avresti pensato che non ci fosse nessuna differenza a fermarti nel foro con costui o con un pezzo di legno: lo avresti giudicato stupido, insipido, muto, balordo, un vero animale, un Cappadoce appena portato via da una schiera di schiavi in vendita. Eppure, sempre lui, che vizioso, che depravato, che sregolato in casa, con i suoi piaceri goduti non secondo, ma contro natura (=non accolti dalla porta, ma fatti entrare dal retro)! Quando poi comincia a studiare lettere e, rozzo bestione qual è, inizia a filosofare con i maestrucoli greci, allora fa l'epicureo, non dedicandosi però in modo approfondito a quella filosofia, qualunque essa sia, ma attratto dalla sola parola "piacere". Prende i suoi maestri, d'altra parte, non da codesti sciocchi (= gli Stoici) che discutono giornate intere sul dovere e sulla virtù, che esortano al lavoro, all'attività, ad affrontare i pericoli per la patria, ma ha per maestri coloro (= gli Epicurei) che affermano che nessun'ora deve essere priva di piacere e che in ogni parte del corpo bisogna che ci sia sempre qualche godimento e qualche voluttà.