Atreyu
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Testo latino e traduzione della versione da Cicerone, Epistulae ad familiares, 6, 17

Versione originale in latino


CICERO BITHYNICO

Cum ceterarum rerum causa cupio esse aliquando rem publicam constitutam, tum velim mihi credas accedere etiam, id quo magis expetam, promissum tuum, quo in litteris uteris; scribis enim, si ita sit, te mecum esse victurum. Gratissima mihi tua voluntas est, facisque nihil alienum necessitudine nostra iudiciisque patris tui de me summi viri; nam sic habeto, beneficiorum magnitudine eos, qui temporibus valuerunt ut valeant, coniunctiores tecum esse quam me, necessitudine neminem. Quamobrem grata mihi est et memoria tua nostrae coniunctionis et eius etiam augendae voluntas.

Traduzione all'italiano


CICERONE A BITINICO

Agli altri motivi per i quali desidero una buona volta la restaurazione della repubblica, si aggiunge anche - ti
prego di credermi - e anzi ancora di più mi sprona ad augurarmela, la promessa a cui ti riferisci nella tua lettera: tu
mi scrivi di voler stabilire con me, se gli eventi maturano, una più stretta relazione. Le tue intenzioni mi fanno un
immenso piacere: il tuo comportamento non è estraneo ai tradizionali vincoli che ci legano e all'opinione che il
nobile tuo padre si era fatta di me. Di una cosa devi essere convinto: quelli che si sono prodigati e si prodigano, a
seconda delle occasioni, in tuo favore sono a te più uniti di me per l'entità dei loro benefici, ma nessuno per i legami
dell'amicizia. Mi è grata dunque sia la memoria che serbi del nostro rapporto sia anche la volontà che mostri di
renderlo più saldo.

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