Atreyu
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Testo latino e traduzione versione da Cicerone, Epistulae ad familiares, 3, 25.

Versione originale in latino


CICERO ATTICO SAL.

post tuum a me discessum litterae mihi Roma adlatae sunt ex quibus perspicio nobis in hac calamitate tabescendum esse. neque enim (sed bonam in partem accipies) si ulla spes salutis nostrae subesset, tu pro tuo amore in me hoc tempore discessisses. sed ne ingrati aut ne omnia velle nobiscum una interire videamur, hoc omitto; illud abs te peto des operam, id quod mihi adfirmasti, ut te ante Kalendas Ianuarias ubicumque erimus sistas.

Traduzione all'italiano


CICERONE AD ATTICO

Dopo la tua partenza da qui mi è stata consegnata una lettera da Roma, dalla quale vedo con chiarezza che dovrò
marcire in questa mia desolazione. E infatti (ma prendila nel verso giusto), se fosse subentrata una qualche speranza
di salvezza, tu per l'affetto che mi porti non te ne saresti partito proprio adesso. Ma non voglio parlarne, per non
sembrare ingrato o desideroso di coinvolgere l'universo intero nella mia rovina: ti chiedo solo, come mi hai
assicurato, di fermarti - entro il 1° gennaio - dovunque io mi trovi.

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