Atreyu
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Testo latino e traduzione della versione da Cicerone, Epistulae ad Atticum, 14, 7

Versione originale in latino


CICERO ATTICO SAL.

postridie Idus Paulum Caietae vidi. is mihi de Mario et de re publica quaedam sane pessima. A te scilicet nihil; nemo enim meorum. sed Brutum nostrum audio visum sub Lanuvio. Vbi tandem est futurus? nam cum reliqua tum de hoc scire aveo omnia. ego e Formiano exiens xvii Kal. ut inde altero die in Puteolanum scripsi haec.

[2] A Cicerone mihi litterae sane et bene longae. cetera autem vel fingi possunt, litterarum significat doctiorem. nunc magno opere a te peto, de quo sum nuper tecum locutus, ut videas ne quid ei desit. id cum ad officium nostrum pertinet tum ad existimationem et dignitatem; quod idem intellexi tibi videri. omnino si ego, ut volo, mense Quintili in Graeciam, sunt omnia faciliora; sed cum sint ea tempora ut certi nihil esse possit quid honestum mihi sit, quid liceat, quid expediat, quaeso, da operam ut illum quam honestissime copiosissimeque tueamur.
haec et cetera quae ad nos pertinebunt, ut soles, cogita bis ad meque aut quod ad rem pertineat aut, si nihil erit, quod in buccam venerit scribes.

Traduzione all'italiano


CICERONE AD ATTICO

I1 14 ho visto Paolo a Gaeta. Mi ha fornito alcune informazioni su Mario e sulla situazione politica decisamente
negative. Da te, naturalmente, niente: nessuno dei mie i corrieri è infatti arrivato. Ma sento che il nostro Bruto è stato
visto dalle parti di Lanuvio. Che intenzioni ha, in definitiva? Smanio perciò di avere notizie su questo e sul resto. Ti
ho scritto in partenza dalla villa di Formia il giorno 15, per essere dopodomani a Pozzuoli.
Da mio figlio ho avuto una lettera veramente ben rifinita in stile antico e discretamente lunga. Il profitto nelle
altre materie può anche essere simulato, ma la rifinitura in stile è chiara dimostrazione di una cultura migliorata.
Ora ti chiedo vivamente, argomento già trattato con te poco tempo addietro, di provvedere a che non gli manchi
nulla. É questa una cosa che rientra nei miei doveri, ma riguarda anche la mia reputazione e la mia dignità: e ho
capito che le tue vedute coincidono con le mie. Se poi, come è mia in tenzione, andrò in Grecia nel mese di luglio,
tutto sarà assolutamente più facile; ma essendo i tempi tali che non si può essere sicuri di niente, di che cosa sia
onorevole per me, che cosa possibile, che cosa risolutivo, occupati tu - per cortesia - di quel che mi serve per
potergli assicurare un dignitoso e generoso tenore di vita.
Al solito rifletterai su questo e sulle altre questioni che mi concernono e mi scriverai o quel che c'è da dire in
merito, oppure, se non ci sarà nulla, le prime panzane che ti passeranno per la testa.

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