Versione originale in latino
Sed propiora videamus. Cuiusnam modi est Superbi Tarquini somnium, de quo in Bruto Acci loquitur ipse?
- "Quoniam quieti corpus nocturno impetu
dedi, sopore placans artus languidos,
visust in somnis pastor ad me appellere
pecus lanigerum eximia pulchritudine;
duos consanguineos arietes inde eligi
praeclarioremque alterum immolare me;
deinde eius germanum cornibus conitier,
in me arietare, eoque ictu me ad casum dari;
exim prostratum terra, graviter saucium,
resupinum in caelo contueri maxumum ac
mirificum facinus: dextrorsum orbem flammeum
radiatum solis liquier cursu novo."
Eius igitur somnii a coniectoribus quae sit interpretatio facta videamus:
- "Rex, quae in vita usurpant homines, cogitant curant vident,
quaeque agunt vigilantes agitantque, ea si cui in somno accidunt,
minus mirandum est; sed in re tanta haud temere visa se offerunt.
Proin vide ne, quem tu esse hebetem deputes aeque ac pecus,
is sapientia munitum pectus egregium gerat
teque regno expellat; nam id, quod de sole ostentum est tibi,
populo commutationem rerum portendit fore
perpropinquam. Haec bene verruncent populo! Nam quod ad dexteram
cepit cursum ab laeva signum praepotens, pulcherrume
auguratum est rem Romanam publicam summam fore."
Traduzione all'italiano
Ma vediamo eventi meno remoti. Che dire del sogno di Tarquinio il Superbo, che egli stesso narra nel Bruto di Accio?
- "Dopo che, al cadere della notte, ebbi abbandonato il corpo al sonno, rilasciando nel sopore le membra stanche, mi apparve in sogno un pastore che spingeva verso di me un gregge lanoso di straordinaria bellezza; mi pareva che da quel gregge venissero scelti due arieti consanguinei e che io immolassi il più imponente dei due; poi il fratello dell'ucciso puntava le corna, si avventava per colpirmi e con quell'urto mi abbatteva. Io allora, prostrato a terra, gravemente ferito, alzavo supino gli occhi al cielo e vedevo un fatto immenso e straordinario: il disco fiammeggiante del sole, effondendo i suoi raggi, si dileguava verso destra invertendo il suo cammino nel cielo."
Ebbene, vediamo quale fu l'interpretazione di quel sogno da parte degl'indovini:
- "O re, le cose che nella vita gli uomini sogliono fare, le cose che pensano, curano, vedono, e che da svegli compiono e alle quali s'affaccendano, non c'è da meravigliarsi se accadono a qualcuno in sogno; ma in una circostanza così straordinaria non senza motivo le visioni si presentano. Sta dunque attento, che colui che tu stimi sciocco al pari di una bestia, non abbia una mente munita di ingegno, al di sopra del gregge, e non ti sbalzi dal trono. Ché quello che ti è apparso riguardo al sole, dimostra che avverrà per il popolo un mutamento assai vicino nel tempo. Possa tutto ciò volgersi in bene per il popolo! Il fatto che l'astro più potente abbia intrapreso il suo corso verso destra da sinistra, è un faustissimo augurio che lo Stato romano sarà eccelso."