Versione originale in latino
Etsi tibi omnia suppetunt ea quae consequi ingenio aut usu homines aut diligentia possunt, tamen amore nostro non sum alienum arbitratus ad te perscribere ea quae mihi veniebant in mentem dies ac noctes de petitione tua cogitanti, non ut aliquid ex his novi addisceres, sed ut ea quae in re dispersa atque infinita viderentur esse ratione et distributione sub uno aspectu ponerentur. Quamquam plurimum natura valet, tamen videtur in paucorum mensium negotio posse simulatio naturam vincere. Civitas quae sit cogita, quid petas, qui sis. Prope cottidie tibi hoc ad forum descendenti meditandum est: "Novus sum, consulatum peto, Roma est." Nominis novitatem dicendi gloria maxime sublevabis. Semper ea res plurimum dignitatis habuit; non potest qui dignus habetur patronus consularium indignus consulatu putari. Quam ob rem quoniam ab hac laude proficisceris et quicquid es ex hoc es, ita paratus ad dicendum venito quasi in singulis causis iudicium de omni ingenio futurum sit. Eius facultatis adiumenta, quae tibi scio esse seposita, ut parata ac prompta sint cura, et saepe quae de Demosthenis studio et exercitatione scripsit Demetrius recordare. Deinde fac ut amicorum et multitudo et genera appareant; habes enim ea quae qui novi habuerunt? - omnis publicanos, totum fere equestrem ordinem, multa propria municipia, multos abs te defensos homines cuiusque ordinis, aliquot conlegia, praeterea studio dicendi conciliatos plurimos adulescentulos, cottidianam amicorum adsiduitatem et frequentiam. Haec cura ut teneas commonendo et rogando et omni ratione efficiendo ut intellegant qui debent tua causa, referendae gratiae, qui volunt, obligandi tui tempus sibi aliud nullum fore. Etiam hoc multum videtur adiuvare posse novum hominem, hominum nobilium voluntas et maxime consularium; prodest, quorum in locum ac numerum pervenire velis, ab iis ipsis illo loco ac numero dignum putari. Ii rogandi omnes sunt diligenter et ad eos adlegandum est persuadendumque est iis nos semper cum optimatibus de re publica sensisse, minime popularis fuisse; si quid locuti populariter videamur, id nos eo consilio fecisse ut nobis Cn. Pompeium adiungeremus, ut eum qui plurimum posset aut amicum in nostra petitione haberemus aut certe non adversarium. Praeterea adulescentis nobilis elabora ut habeas, vel ut teneas studiosos quos habes; multum dignitatis adferent. Plurimos habes; perfice ut sciant quantum in iis putes esse. Si adduxeris ut ii qui non nolunt cupiant, plurimum proderunt.
Traduzione all'italiano
Benché tu sia sufficientemente dotato di tutto ciò che gli uomini possono raggiungere con il loro talento o con l'esperienza o con l'applicazione costante, tuttavia, in nome del nostro affetto, non ho ritenuto fuori luogo scriverti quanto mi veniva in mente, pensando giorno e notte alla tua candidatura. Non pretendo che tu vi tragga qualche nuovo insegnamento, ma ho ritenuto opportuno presentarti in uno sguardo d'insieme ed in un'organica sistemazione delle idee che, in realtà, apparivano sparse ed confuse. Benché la natura eserciti una forza notevole, sembra tuttavia che, in una questione della durata di pochi mesi, essa possa cedere il passo a qualche artificio particolare. Considera quale sia la tua città, che cosa tu richiedi, chi tu sia. Quasi ogni giorno, percorrendo la strada che porta al foro, devi riflettere su questo: 'Sono un uomo nuovo, aspiro al consolato, si tratta di Roma'. Alla novità del nome potrai dare un sostegno soprattutto con la tua fama di oratore; l'eloquenza ha sempre riscosso una grandissima considerazione: non può essere ritenuto indegno del consolato chi è ritenuto degno patrocinatore di uomini consolari. Perciò, dal momento che prendi le mosse da questa fama, e tutto ciò che sei lo devi all'eloquenza, presentati a parlare con una preparazione tale, come se in ogni causa si dovesse dare un giudizio complessivo sul tuo ingegno. Preoccupati che siano sempre pronti e a portata di mano tutti i trucchi del mestiere favorevoli a quest'arte, che, lo so bene, tu tieni in serbo; ricordati sempre quanto scrisse Demetrio sull'applicazione e sul modo di esercitarsi di Demostene. In secondo luogo, accertati che sia ben chiaro il gran numero dei tuoi amici e la classe a cui appartengono, poiché tu hai dalla tua parte ciò che nessun uomo nuovo ha mai avuto: tutti i pubblicani, quasi tutto l'ordine equestre, molti municipi a te devoti, molti uomini di tutti gli ordini da te difesi, un certo numero di collegi, e infine parecchi giovani, il cui appoggio ti è assicurato dall'interesse per l'eloquenza, amici che ogni giorno ti stanno vicini numerosi. Cerca di mantenere questi vantaggi ricordando e facendo capire con preghiere e con ogni mezzo, a quanti ti devono riconoscenza, che non avranno più altra occasione di provartela, a quanti la desiderano, che non vi sarà per loro altra occasione di renderti obbligato ad essi. C'è anche un altro motivo che sembra possa essere di grande aiuto ad un uomo nuovo, il consenso dei nobili e soprattutto dei consolari; è utile che quelle stesse persone, al cui rango ed alla cui classe tu ambisci pervenire, ti ritengano degno di quel rango e di quella classe. Bisognerebbe pregarli tutti con discrezione, inviare loro persone e persuaderli che noi abbiamo sempre nutrito nei confronti dello Stato gli stessi sentimenti degli ottimati, e non siamo mai stati favorevoli alla classe popolare; che, se sembra che noi abbiamo parlato in modo affine ai rappresentanti della classe popolare, l'abbiamo fatto con l'intento di attrarre a noi Gneo Pompeo, al fine di avere quell'uomo assai potente come amico nella candidatura. o almeno non ostile. Oltre a ciò fai di tutto per attrarre dalla tua parte giovani della classe nobiliare, o per conservare quelli che già sono a te affezionati; essi ti procureranno molta considerazione. Tu ne hai moltissimi; fa' che essi sappiano quanto tu li ritieni importanti. Se riuscirai a far sì che desiderino sostenere la tua causa quanti non ti sono contrari, essi ti saranno di validissimo aiuto.