Versione originale in latino
Ex hac Rutili narratione suspicari licet, cum duae summae sint in oratore laudes, una subtiliter disputandi ad docendum, altera graviter agendi ad animos audientium permovendos, multoque plus proficiat is qui inflammet iudicem quam ille qui doceat, elegantiam in Laelio, vim in Galba fuisse. quae quidem vis tum maxume cognitast, cum Lusitanis a Ser. Galba praetore contra interpositam, ut existumabatur, fidem interfectis L. Libone tribuno plebis populum incitante et rogationem in Galbam privilegi similem ferente, summa senectute, ut ante dixi, M. Cato legem suadens in Galbam multa dixit; quam orationem in Origines suas rettulit, paucis ante quam mortuus est [an] diebus an mensibus.
Traduzione all'italiano
89 Da questo racconto di Rutilio si può desumere che - siccome due sono i maggiori pregi dell'oratore, il primo di saper presentare i fatti con precisione per informare gli ascoltatori, il secondo di porgere con gagliardia, per scuoterne profondamente gli animi: e molto di più di colui che si limita a informare il giudice ottiene chi sa in fiammarne le passioni - in Lelio vi era la capacità di esporre con eleganza, in Galba un potente vigore. E quest'ultimo lo si vide soprattutto quando venne in discussione il caso dei lusitani che Galba, com'era opinione, aveva fatto uccidere contro la parola data: Lucio Libone, tribuno della plebe, aizzava il popolo, e aveva presentato, contro Galba, una proposta di legge che aveva carattere personale; Marco Catone, ormai nell'estrema vecchiaia, come ho detto poc'anzi, in sostegno di quella legge parlò a lungo contro Galba (e questo discorso lo riportò nelle Origini, pochi giorni, o pochi mesi, prima di morire).