Versione originale in latino
Erat occasio bene gerendae rei. Neque vero id Caesarem fugiebat, tanto sub oculis accepto detrimento perterritum exercitum sustinere non posse, praesertim circumdatum undique equitatu, cum in loco aequo atque aperto confligeretur; idque ex omnibus partibus ab eo flagitabatur. Concurrebant legati, centuriones tribunique militum: ne dubitaret proelium committere; omnium esse militum paratissimos animos. Afranianos contra multis rebus sui timoris signa misisse: quod suis non subvenissent, quod de colle non decederent, quod vix equitum incursus sustinerent collatisque in unum locum signis conferti neque ordines neque signa servarent. Quod si iniquitatem loci timeret, datum iri tamen aliquo loco pugnandi facultatem, quod certe inde decedendum esset Afranio nec sine aqua permanere posset.
Traduzione all'italiano
Era il momento di sfruttare l'occasione. Non sfuggiva a Cesare che, dopo aver assistito ad un simile disastro, l'esercito avversario, profondamente turbato, non avrebbe potuto resistere, specialmente circondato com'era dalla cavalleria, quando si combattesse su un terreno libero e pianeggiante; ed era questo che gli si chiedeva da ogni parte. I legati, i centurioni, i tribuni militari, accorrevano tutti insieme: non doveva esitare ad attaccare battaglia. I soldati si trovavano nella migliore disposizione d'animo. Gli afraniani, invece, avevano dato più di un segno di timore: non si erano mossi in aiuto dei loro, non si muovevano dal colle, resistevano appena agli attacchi della cavalleria e, ammassate le insegne in un sol punto, stretti gli uni agli altri, non rispettavano più lo schieramento degli ordini e delle coorti. Se era lo svantaggio della posizione a preoccuparlo, si sarebbe pur presentata l'occasione di combattere in qualche posto, perché Afranio doveva pur scendere di là, non potendo rimanere a lungo senz'acqua.