Versione originale in latino
Caesar in eam spem venerat, se sine pugna et sine vulnere suorum rem conficere posse, quod re frumentaria adversarios interclusisset. Cur etiam secundo proelio aliquos ex suis amitteret? Cur vulnerari pateretur optime de se meritos milites? Cur denique fortunam periclitaretur? Praesertim cum non minus esset imperatoris consilio superare quam gladio. Movebatur etiam misericordia civium, quos interficiendos videbat; quibus salvis atque incolumibus rem obtinere malebat. Hoc consilium Caesaris plerisque non probabatur: milites vero palam inter se loquebantur, quoniam talis occasio victoriae dimitteretur, etiam cum vellet Caesar, sese non esse pugnaturos. Ille in sua sententia perseverat et paulum ex eo loco digreditur, ut timorem adversariis minuat.
Traduzione all'italiano
Cesare era venuto in quella speranza di poter terminare l'opera senza battaglia e senza perdita dei suoi, poiché aveva bloccato gli avversari dagli approvvigionamenti. Perché avrebbe dovuto perdere alcuni dei suoi in un combattimento anche favorevole? Perché avrebbe dovuto sopportare che i soldati molto giusti nei suoi confronti venissero feriti? E inoltre perché avrebbe dovuto mettere alla prova la sorte? Soprattutto poiché non era degno di un comandante vincere (i nemici) con l'ingegno non meno che con la spada. Era mosso anche dalla pietà verso i cittadini che vedeva in pericolo di vita; preferiva ottenere la vittoria lasciando questi incolumi e salvi. Questa decisione di Cesare non era approvata dalla maggior parte; in realtà i soldati parlavano tra di loro pubblicamente e dicevano che essi stessi non avrebbero combattuto, anche se Cesare avesse voluto, poiché una tale occasione di vittoria era tralasciata. Quello persevera nella sua decisione e si allontana un poco da quel luogo perché diminuisca il timore degli avversari.