Versione originale in latino
Altior inde Vespasiano cupido adeundi sacram sedem ut super rebus imperii consuleret: arceri templo cunctos iubet. Atque ingressus intentusque numini respexit pone tergum e primoribus Aegyptiorum nomine Basiliden, quem procul Alexandria plurium dierum itinere et aegro corpore detineri haud ignorabat. Percontatur sacerdotes num illo die Basilides templum inisset, percontatur obvios num in urbe visus sit; denique missis equitibus explorat illo temporis momento octoginta milibus passuum afuisse: tunc divinam speciem et vim responsi ex nomine Basilidis interpretatus est.
Traduzione all'italiano
Si accese allora in Vespasiano un più vivo desiderio di visitare la sacra sede del dio, per consultarlo sulla sorte dell’impero. Vuole che tutti si allontanino dal tempio. Entrato, tutto preso dal pensiero del dio, scorge alle sue spalle uno dei più autorevoli cittadini egiziani di nome Basilide, che sapeva trattenuto da malattia in luogo distante parecchie giornate di cammino da Alessandria. Interroga i sacerdoti, se quel giorno Basilide fosse entrato nel tempio, interroga i passanti, se l’avessero visto in città, infine, inviati messi a cavallo, si accerta che in quel momento egli stava a una distanza di ottanta miglia: allora concluse che era una visione soprannaturale e dal nome di Basilide ricavò il senso del responso.