Versione originale in latino
Varie excepta oratio inter spem metumque ac pu dorem. Digressum Voculam et de supremis agitantem liberti servique prohibuere foedissimam mortem sponte praevenire. Et Classicus misso Aemilio Longino, desertore primae legionis, caedem eius maturavit; Herennium et Numisium legatos vinciri satis visum. Dein sumptis Romani imperii insignibus in castra venit. Nec illi, quamquam ad omne facinus durato, verba ultra suppeditavere quam ut sacramentum recitaret: iuravere qui aderant pro imperio Galliarum. Interfectorem Voculae altis ordinibus, ceteros, ut quisque flagitium navaverat, praemiis attollit. Divisae inde inter Tutorem et Classicum curae. Tutor valida manu circumdatos Agrippinensis quantumque militum apud superiorem Rheni ripam in eadem verba adigit, occisis Mogontiaci tribunis, pulso castrorum praefecto, qui detractaverant: Classicus corruptissimum quemque e deditis pergere ad obsessos iubet, veniam ostentantis, si praesentia sequerentur: aliter nihil spei, famem ferrumque et extrema passuros. Adiecere qui missi erant exemplum suum.
Traduzione all'italiano
Diverse le reazioni al discorso: ondeggiavano fra speranza, paura e vergogna. Si ritirò Vocula, assorto nel pensiero della morte; i suoi liberti e i suoi schiavi gli impedirono di prevenire col suicidio una morte indegna. Allora Classico inviò Emilio Longino, disertore della Prima legione, per affrettarne l’assassinio. I legati Erennio e Numisio ritenne bastante imprigionarli. Poi Classico, assunte le insegne di un generale romano, venne al campo. Ma qui, benché rotto a ogni sorta di crimine, non seppe trovare parole che per leggere la formula del giuramento: i presenti giurarono per l’impero delle Gallie. Premiò l’assassino di Vocula, innalzandolo a un alto grado e premiò gli altri, secondo la parte avuta nel misfatto. Da allora Tutore e Classico si spartirono le mansioni del comando. Tutore con forze consistenti circonda Colonia Agrippinese e costringe gli abitanti e i soldati che restavano lungo la riva superiore del Reno allo stesso giuramento. Mette a morte i tribuni di Magonza e caccia il prefetto del campo, che si era rifiutato di giurare. Poi Classico, ai più corrotti fra quanti s’erano arresi, ordina di recarsi dagli assediati per far balenare ai loro occhi la speranza del perdono, se si conformavano alla realtà presente: in caso contrario nessuna speranza, ma li attendevano la fame, il ferro e i patimenti più terribili. E gli inviati adducono il proprio esempio.