Pillaus
(7338 punti)
2' di lettura
5 / 5 (1)

Versione originale in latino


Cum ventum in aciem, turpe principi virtute vinci, turpe comitatui virtutem principis non adaequare. Iam vero infame in omnem vitam ac probrosum superstitem principi suo ex acie recessisse. Illum defendere, tueri, sua quoque fortia facta gloriae eius adsignare praecipuum sacramentum est. Principes pro victoria pugnant, comites pro principe. Si civitas, in qua orti sunt, longa pace et otio torpeat, plerique nobilium adulescentium petunt ultro eas nationes, quae tum bellum aliquod gerunt, quia et ingrata genti quies et facilius inter ancipitia clarescunt magnumque comitatum non nisi vi belloque tueare; exigunt enim principis sui liberalitate illum bellatorem equum, illam cruentam victricemque frameam.
Nam epulae et quamquam incompti, largi tamen apparatus pro stipendio cedunt. Materia munificentiae per bella et raptus. Nec arare terram aut exspectare annum tam facile persuaseris quam vocare hostem et vulnera mereri. Pigrum quin immo et iners videtur sudore adquirere quod possis sanguine parare.

Traduzione all'italiano


Quando si giunge al combattimento è vergognoso per il capo essere superato in valore, ed è disonorevole per il seguito non eguagliare in coraggio il capo. Inoltre è degradante ed infamante per tutta la vita tornare dal campo di battaglia sopravvivendo al proprio capo: difenderlo, proteggerlo, assegnare alla sua gloria anche i propri atti valorosi è l'impegno più sacro: i capi combattono per la vittoria, il seguito per il capo. Se la tribù, nella quale sono nati, intorpidisce nell'ozio per via di un lungo periodo di pace, moltissimi giovani nobili si recano di propria iniziativa da quelle genti che in quel momento combattono una qualsiasi guerra, sia perché queste persone non amano la pace, sia perché emergono più facilmente tra i pericoli, sia perché non potrebbero conservare un grande seguito se non con la partecipazione ad una guerra. Infatti (gli uomini del seguito) esigono dalla generosità del proprio capo quel cavallo da guerra o quella cruenta lancia vittoriosa; difatti il cibo e i banchetti, non raffinati ma abbondanti, valgono come stipendio. È ben più difficile indurli ad arare la terra e ad aspettare il raccolto dell'anno che a provocare il nemico e a guadagnarsi ferite; pare anzi loro pigrizia e viltà acquistare col sudore quanto possono avere col sangue.

Domande e risposte