Versione originale in latino
Magno ea fletu et mox precationibus faustis audita; ac si modum orationi posuisset, misericordia sui gloriaque animoi audientium impleverat: ad vana et totiens inrisa revolutus, de reddenda re publica utque consules seu quis alius regimen susciperent, vero quoque et honesto fidem dempsit. Memoriae Drusi eadem quae in Germanicum decernuntur, plerisque additis, ut ferme amat posterior adulatio. Funus imaginum pompa maxime inlustre fuit, cum origo luliae gentis Aeneas omnesque Albanorum reges et conditor urbis Romulus, post Sabina nobilitas, Attus Clausus ceteracque Claudiorum effigies longo ordine spectarentur.
Traduzione all'italiano
Tali parole furono ascoltate tra grandi pianti e subito seguite da espressioni di augurio; e, se qui avesse concluso il discorso, avrebbe colmato l'animo di chi ascoltava con sentimenti di pietà e di ammirazione. Ma il suo tornare a propositi vani e tante volte oggetto di derisione, la sua intenzione, cioè, di voler rinunciare al potere perché i consoli o altri assumessero il governo dello stato, tolse credibilità anche a ciò che c'era di vero e di dignitoso nel suo discorso. Alla memoria di Druso furono decretate le stesse onoranze stabilite per Germanico, ma con numerose altre, in aggiunta, perché l'adulazione di norma non può non correre al sorpasso di sé. Il funerale fu imponente soprattutto per lo sfoggio delle immagini degli antenati, perché, in una sequenza interminabile, si vedevano raffigurati Enea, capostipite della gente Giulia, tutti i re Albani e Romolo, fondatore di Roma, poi la nobiltà sabina, Atto Clauso e tutti gli altri Claudii.