Versione originale in latino
Ergo accitur Natalis, et diversi interrogantur, quisnam is sermo, qua de re fuisset. Tum exorta suspicio, quia non congruentia responderant, inditaque vincla. Et tormentorum adspectum ac minas non tulere: prior tamen Natalis, totius conspirationis magis gnarus, simul arguendi peritior, de Pisone primum fatetur, deinde adicit Annaeum Senecam, sive internuntius inter eum Pisonemque fuit, sive ut Neronis gratiam pararet, qui infensus Senecae omnes ad eum opprimendum artes conquirebat. Tum cognito Natalis indicio Scaevinus quoque pari imbecillitate, an cuncta iam patefacta credens nec ullum silentii emolumentum, edidit ceteros. Ex quibus Lucanus Quintianusque et Senecio diu abnuere: post promissa impunitate corrupti, quo tarditatem excusarent, Lucanus Aciliam matrem suam, Quintianus Glitium Gallum, Senecio Annium Pollionem, amicorum praecipuos, nominavere.
Traduzione all'italiano
Si convoca allora Natale e i due vengono interrogati separatamente sulla natura del colloquio e sull'argomento discusso. Poiché le risposte non coincidevano, nacquero dei sospetti e i due furono imprigionati. Non ressero alla vista dei mezzi di tortura e alle minacce del loro impiego. Ma il primo a parlare fu Natale, più informato su tutta la congiura e più esperto nel muovere accuse: inizialmente svela il nome di Pisone e fa seguire quello di Anneo Seneca, o perché davvero intermediario tra lui e Pisone o per trovar credito agli occhi di Nerone, il quale, nella sua radicale ostilità a Seneca, cercava ogni appiglio per toglierlo di mezzo. Quando seppe che Natale aveva parlato, anche Scevino, debole come lui e convinto che tutto fosse scoperto e che il silenzio non servisse più, rivelò chi erano gli altri. Fra questi, Lucano, Quinziano e Senecione negarono a lungo; ma poi, corrotti con la promessa dell'impunità, per farsi perdonare il ritardo, Lucano fece il nome della propria madre, Quinziano e Senecione denunciarono i loro amici più cari, rispettivamente Glizio Gallo e Annio Pollione.