Pillaus
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Versione originale in latino


Non infensum nec cum hostili odio Corbulonis nomen etiam barbaris habebatur, eoque consilium eius fidum credebant. Ergo Bologaeses neque atrox in summam, et quibusdam praefecturis indutias petit: Tiridates locum diemque conloquio poscit. Tempus propinquum, locus, in quo nuper obsessae cum Paeto legiones erant, barbaris delectus est ob memoriam laetioris ibi rei, Corbuloni non vitatus, ut dissimilitudo fortunae gloriam augeret. Neque infamia Paeti angebatur, quod eo maxime patuit, quia filio eius tribuno ducere manipulos atque operire reliquias malae pugnae imperavit.
Die pacta Tiberius Alexander inlustris eques Romanus, minister bello datus, et Vini[ci]anum Annius, gener Corbulonis, nondum senatoria aetate et pro legato quintae legioni impositus, in castra Tiridatis venere, honor[e] eius ac ne metueret insidias tali pignore; viceni dehinc equites adsumpti. Et viso Corbulone rex prior equo desiluit; nec cunctatus Corbulo, et pedes uterque dexteras miscuere.

Traduzione all'italiano


Il nome di Corbulone non era detestato né suscitava odio neppure fra i barbari, suoi nemici, perché consideravano affidabile il suo consiglio. Vologese dunque non si mostrò nel complesso intransigente e chiese tregua per alcune satrapie; Tiridate chiese un luogo e una data per un incontro. Il giorno fu a breve scadenza, il luogo quello del recente assedio di Peto con le sue legioni: la scelta, voluta dai barbari per il ricordo del loro successo, non fu respinta da Corbulone, perché la diversità della situazione accresceva la sua gloria. Non si preoccupava del disonore di Peto, e ciò risultò evidente dal fatto che impartì proprio al figlio di quello, un tribuno militare, l'ordine di condurvi dei reparti, per cancellare le tracce di quell'infausta battaglia. Nel giorno fissato, l'illustre cavaliere romano Tiberio Alessandro, datogli come aiutante in quella campagna, e Viniciano Annio, genero di Corbulone, non ancora in età per essere senatore e assegnato, con funzioni di legato, al comando della quinta legione, si recarono nel campo di Tiridate per rendergli onore e dissipare, con tale garanzia, la paura di un agguato. Fu composta una scorta di venti cavalieri per parte. Visto Corbulone, il re, per primo, balzò da cavallo, subito imitato da Corbulone, ed entrambi, appiedati, si strinsero la destra.

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