Versione originale in latino
Inter quae nulla palam causa delapsum Camuloduni simulacrum Victoriae ac retro conversum, quasi cederet hostibus. Et feminae in furore[m] turbatae adesse exitium canebant, externosque fremitus in curia eorum auditos, consonuisse ululatibus theatrum visamque speciem in aestuario Tamesae subversae coloniae; iam Oceanus cruento adspectu, ac labente aestu humanorum corporum effigies relictae, ut Britanni
Traduzione all'italiano
Intanto, senza evidente motivo, crollò, a Camuloduno, la statua della Vittoria, rovesciandosi indietro, quasi arretrasse di fronte ai nemici. E donne invasate da furore profetico annunciarono imminente la rovina; grida straniere s'erano udite nella curia romana locale; il teatro aveva echeggiato di ululati e s'era vista nel Tamigi l'immagine della colonia distrutta. La tinta sanguigna assunta dall'Oceano e quelli che sembravano, al ritirarsi della marea, corpi umani erano interpretati come segni di speranza dai Britanni e motivo di apprensione per i veterani. Ma, poiché Svetonio era lontano, chiesero aiuto al procuratore Cato Deciano. E questi mandò non più di duecento uomini, con armamento peraltro insufficiente; eppure in città il presidio militare era modesto. Contavano sulla protezione del tempio e, intralciati da quanti, segretamente complici della rivolta, influivano negativamente sulle loro decisioni, non avevano costruito né una fossa né un trinceramento e non avevano allontanato vecchi e donne, per lasciare la difesa ai soli giovani: incauti come se fossero in mezzo a un territorio pacificato, si trovarono circondati da una massa di barbari. Tutto il resto subì al primo assalto devastazione e incendi: il tempio, in cui i soldati si erano ammassati, fu assediato per due giorni ed espugnato. Vincitori, i Britanni affrontarono Petilio Ceriale, legato della nona legione, che accorreva in aiuto: sgominarono la legione massacrando tutta la fanteria. Ceriale sfuggì alla strage con la cavalleria e riparò dietro le difese del campo. Impaurito dalla disfatta e dall'odio della provincia, che la sua avidità aveva spinto alla guerra, il procuratore Cato passò in Gallia.