Pillaus
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Versione originale in latino


Igitur Nero vitare secretos eius congressus, abscedentem in hortos aut Tusculanum vel Antiatem in agrum laudare, quod otium capesseret. Postremo, ubicumque haberetur, praegravem ratus interficere constituit, hactenus consultans, veneno an ferro vel qua alia vi. Placuitque primo venenum. Sed inter epulas principis si daretur, referri ad casum non poterat tali iam Britannici exitio; et ministros temptare arduum videbatur mulieris usu scelerum adversus insidias intentae; atque ipsa praesumendo remedia munierat corpus.
Ferrum et caedes quonam modo occultaretur, nemo reperiebat; et ne quis illi tanto facinori delectus iussa sperneret metuebat. Obtulit ingenium Anicetus libertus, classi apud Misenum praefectus et pueritiae Neronis educator ac mutuis odiis Agrippinae invisus. Ergo navem posse componi docet, cuius pars ipso in mari per artem soluta effunderet ignaram: nihil tam capax fortuitorum quam mare; et si naufragio intercepta sit, quem adeo iniquum, ut sceleri adsignet, quod venti et fluctus deliquerint? Additurum principem defunctae templum et aras et cetera ostentandae pietati.

Traduzione all'italiano


Poi Nerone evitava di incontrarsi con lei in luoghi appartati, la lodava quando si ritirava nei suoi giardini o nella ville di campagna al tuscolo o nelle terre di Antonia, perché si prendeva un po' di riposo. Alla fine, pensando che ella sarebbe stata insopportabile ovunque si trovasse, decise di ucciderla, esitando solo su questo punto, e cioè se ucciderla tramite il veleno, un'arma o qualche mezzo violento. In un primo tempo decise per il veleno, ma se il veleno fosse stato dato al principe durante un banchetto non si sarebbe potuto attribuirlo al caso, poiché tale era stata la mortae di Britannico; e sembrava difficile corrompere i servi della donna, vigile per l'esperienza che aveva di delitti e, d'altra parte, assumendo preventivamente deglia ntidoti, proteggeva il corpo. Nessuno sapeva escogitare in che modo nascondere un delitto a mano armata,e in più Nerone temeva che colui che fosse stato scelto per un delitto così grande, si rifiutasse di eseguire gli ordini. Un piano geniale lo propose il liberto Aniceto, comandante della flotta presso Miseno, precettore dei figli di Nerone e e con reciproci sentimenti d'odio verso Agrippina. Dunque spiegò che era possibile allestire una nave, una parte della quale, staccata ad arte in mare aperto, scaraventasse in acqua Agrippina senza che se ne accorgesse.: argomentò che non c'e niente tanto capace di apportare disgrazie quanto il mare; e se fosse stata inghiottita da un naufragio, chi sarebbe stato tanto malevolo da attribuire ad un delitto ciò che i venti i flutti avevano causato? Il principe avrebbe poi innalzato un tempio in onore della defunta per fare bella mostra del suo affetto filiale.

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