Versione originale in latino
Exim nivibus et montibus fessi, postquam campos propinquabant, copiis Carenis adiunguntur, tramissoque amne Tigri permeant Adiabenos, quorum rex Izates societatem Meherdatis palam induerat, in Gotarzen per occulta et magis fida inclinabat. Sed capta in transitu urbs Ninos, vetustissima sedes Assyriae, [et] castellum insigne fama, quod postremo inter Darium atque Alexandrum proelio Persarum illic opes conciderant. Interea Gotarzes apud montem, cui nomen Sanbulos, vota dis loci suscipiebat, praecipua religione Herculis, qui tempore stato per quietem monet sacerdotes ut templum iuxta equos venatui adornatos sistant. Equi ubi pharetras telis onustas accepere, per saltus vagi nocte demum vacuis pharetris multo cum anhelitu redeunt. Rursum deus, qua silvas pererraverit, nocturno visu demonstrat, reperiunturque fusae passim ferat.
Traduzione all'italiano
Quando, stremati da neve e montagne, furono in vista della pianura, si unirono all'esercito di Carene e, passato il Tigri, attraversarono il territorio degli Adiabeni, il cui re Izate aveva ufficialmente appoggiato Meerdate, ma che in segreto e con fedeltà maggiore propendeva per Gotarze. Nel percorso furono prese la città di Ninive, antichissima capitale dell'Assiria, e la fortezza celebre perché lì cadde, nell'ultima battaglia tra Dario e Alessandro, la potenza persiana. Gotarze frattanto, presso la montagna che ha nome Sambulo, innalzava voti agli dèi del luogo, dove ha culto particolare Ercole. Il dio, in periodi determinati, invita, nel sonno, i sacerdoti a mettere, vicino al tempio, dei cavalli equipaggiati per la caccia. I cavalli, allorché sentono di avere le faretre piene di dardi, vagano di notte per le balze dei monti, finché tornano, ansanti, con le faretre vuote. E di nuovo il dio indica, con un sogno notturno, il percorso compiuto nei boschi, e così si ritrovano le belve abbattute in vari punti.