Versione originale in latino
Verum inclinatio populi supererat ex memoria Germanici, cuius illa reliqua suboles virilis; et matri Agrippinae miseratio augebatur ob saevitiam Messalinae, quae semper infesta et tunc commotior quo minus strueret crimina et accusatores novo et furori proximo amore distinebatur. Nam in C. Silium, iuventutis Romanae pulcherrimum, ita exarserat ut Iuniam Silanam, nobilem feminam, matrimonio eius exturbaret vacuoque adultero poteretur. Neque Silius flagitii aut periculi nescius erat: sed certo si abnueret exitio et non nulla fallendi spe, simul magnis praemiis, operire futura et praesentibus frui pro solacio habebat. Illa non furtim sed multo comitatu ventitare domum, egressibus adhaerescere, largiri opes honores; postremo, velut translata iam fortuna, servi liberti paratus principis apud adulterum visebantur.
Traduzione all'italiano
In realtà le simpatie del popolo erano un riflesso del ricordo di Germanico, di cui Nerone era l'unico discendente maschile; e la pietà verso sua madre Agrippina cresceva in rapporto alla durezza di Messalina, che, sempre ostile e allora più del solito scatenata nel montare contro di lei accuse e accusatori, era però, in quel momento, distratta da un nuovo e pressoché folle amore. S'era infatti innamorata di Gaio Silio, il più bel giovane romano, al punto da fargli ripudiare la moglie Giulia Silana, donna di nobile famiglia, per godersi l'amante senza più legami. Silio non era ignaro né dello scandalo né del rischio; ma un rifiuto equivaleva a morte sicura, mentre d'altro canto restava una qualche speranza di non essere scoperto; intanto, colmo di doni, si consolava, chiudendo gli occhi al futuro e godendo il presente. Messalina frequentava la sua casa, non di nascosto, ma con un grande seguito; sempre appiccicata a lui in ogni sua uscita, lo copriva di ricchezze e di onori. Alla fine, come se il potere fosse già passato in mani altrui, si potevano vedere i servi, i liberti, lo sfarzo della corte in casa dell'adultero.