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Versione originale in latino


Druso Caesare C. Norbano consulibus decernitur Germanico triumphus manente bello; quod quamquam in aestatem summa ope parabat, initio veris et repentino in Chattos excursu praecepit. Nam spes incesserat dissidere hostem in Arminium ac Segestem, insignem utrumque perfidia in nos aut fide. Arminius turbator Germaniae, Segestes parari rebellionem saepe alias et supremo convivio, post quod in arma itum, aperuit suasitque Varo ut se et Arminium et ceteros proceres vinciret: nihil ausuram plebem principibus amotis; atque ipsi tempus fore quo crimina et innoxios discerneret.
Sed Varus fato et vi Armini cecidit; Segestes quamquam consensu gentis in bellum tractus discors manebat, auctis privatim odiis, quod Arminius filiam eius alii pactam rapuerat: gener invisus inimici soceri; quaeque apud concordes vincula caritatis, incitamenta irarum apud inrensos erant.

Traduzione all'italiano


[15 d.C.]. Nell'anno del consolato di Druso Cesare e Gaio Norbano, viene decretato il trionfo per Germanico, benché non fosse ancora risolta la guerra, per la quale si stava preparando col massimo impegno e con larghezza di mezzi per l'estate, ma che anticipò all'inizio della primavera con un'improvvisa puntata contro i Catti. Si era infatti profilata la speranza di un dissidio tra i nemici, divisi fra Arminio e Segeste, a noi ben noti, il primo per la perfidia, l'altro per la lealtà nei nostri confronti. Arminio era l'uomo che sobillava la Germania; Segeste, spesso, in altre occasioni, e anche nell'ultimo convito che precedette le ostilità, ci aveva informato che erano in corso i preparativi di una rivolta anti-romana, e aveva suggerito a Varo di imprigionarlo insieme ad Arminio e agli altri capi: il popolo - diceva - non avrebbe preso iniziative senza i capi, e Varo poi avrebbe avuto modo di distinguere colpevoli e innocenti. Ma Varo cadde travolto dal destino e per mano di Arminio. Segeste, benché trascinato alla guerra dal volere di tutto il popolo, manteneva il suo atteggiamento di dissenso; anzi l'odio si era inasprito per ragioni private, per avergli Arminio rapito la figlia, già promessa a un altro: sicché era Arminio genero detestato di un suocero a lui avverso; e ciò che tra uomini in reciproca armonia costituisce legame d'affetto, era tra i due, avversi, stimolo all'odio.

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