Versione originale in latino
Saeva ac lenta natura ne in puero quidem latuit; quam Theodorus Gadareus rhetoricae praeceptor et perspexisse primus sagaciter et assimilasse aptissime visus est, subinde in obiurgando appellans eum phlÚn a•mati pefuramšnon, id est lutum a sanguine maceratum. Sed aliquanto magis in principe eluxit, etiam inter initia cum adhuc favorem hominum moderationis simulatione captaret. Scurram, qui praetereunte funere clare mortuo mandarat, ut nuntiaret Augusto nondum reddi legata quae plebei reliquisset, adtractum ad se recipere debitum ducique ad supplicium imperavit et patri suo verum referre. Nec multo post in senatu Pompeio cuidam equiti R. Quiddam perneganti, dum vincula minatur, affirmavit fore ut ex Pompeio Pompeianus fieret, acerba cavillatione simul hominis nomen incessens veteremque partium fortunam.
Traduzione all'italiano
La sua natura crudele e senza pietà si rivelò fin dall'infanzia. Sembra che il suo professore di retorica Teodoro di Gadara, sia stato il primo a penetrarlo con perspicacia e a definirlo esattamente con una immagine, perché, ogni volta che lo rimproverava, lo chiamava "fango intriso di sangue". Ma questa crudeltà si manifestò ancor più chiaramente quando divenne imperatore, perfino agli esordi, quando ancora cercava di guadagnarsi il favore pubblico con una finta moderazione. Al passaggio di un corteo funebre, un uomo di spirito aveva incaricato ad alta voce il defunto di riferire ad Augusto che non erano ancora state pagate le somme da lui lasciate alla plebe. Tiberio se lo fece condurre davanti, regolò il suo debito, poi lo mandò al supplizio, raccomandandogli di andare a dire la verità a suo padre. Poco tempo dopo, in Senato, poiché un cavaliere romano, di nome Pompeo, si ostinava nella sua opposizione, gli disse chiaro, minacciandolo di prigione, che "da Pompeo sarebbe divenuto Pompeianó". Si trattava di una battuta feroce che colpiva contemporaneamente il nome di un personaggio e la stirpe che aveva avuto un tempo quel partito.