Versione originale in latino
[...] Iamque iustis defunctorum corporibus solutis praemittit ad captivas, qui nuntiarent ipsum venire, inhibitaque comitantium turba tabernaculum cum Hephaestione intrat. Is longe omnium amicorum carissimus erat regi, cum ipso pariter eductus, secretorum omnium arbiter; libertatis quoque in admonendo eo non alius ius maius habebat, quod tamen ita usurpabat ut magis a rege permissum quam vindicatum ab eo videretur: et sicut aetate par erat regi, ita corporis habitu praestabat. Ergo reginae illum esse regem ratae suo more veneratae sunt. Inde ex captivis spadonibus quis Alexander esset monstrantibus, Sisigambis advoluta est pedibus eius ignorationem numquam antea visi regis excusans; quam manu adlevans rex: "Non errasti", inquit, "mater: nam et hic Alexander est". [...]
Traduzione all'italiano
[...] Dopo aver reso gli onori funebri di rito ai morti, mandò alle prigioniere messi ad annunciare che stava arrivando di persona e, lasciata fuori la folla del suo seguito, entrò nella tenda con Efestione. Questo era di gran lunga l’amico più caro al re, educato alla pari insieme con lui, partecipe di tutti i suoi segreti: nessun altro aveva come lui nell’ammonirlo una libertà più ampia, di cui peraltro si avvaleva al punto che sembrava che dal re gli fosse stato concesso più di quanto da lui fosse stato richiesto. E come era pari in età al re, così lo superava in corporatura. Dunque le donne della famiglia reale, credendo che fosse lui il re, gli resero omaggio secondo la loro usanza. Poi al momento in cui gli eunuchi prigionieri indicarono loro chi era il vero Alessandro, Sisigambi si avvinghiò ai suoi piedi scusandosi per non aver riconosciuto il re che prima non aveva mai visto. Il sovrano, facendola alzare con la mano, disse: "Non hai sbagliato, madre: infatti anche lui è Alessandro". [...]