Versione originale in latino
[...] Locus autem et regio quasi ridiculi - nam id proxime quaeritur - turpitudine et deformitate - quadam continetur; haec enim ridentur vel sola vel maxime, quae notant et designant turpitudinem aliquam non turpiter. Est autem, ut ad illud tertium veniam, est plane oratoris movere risum; vel quod ipsa hilaritas benevolentiam conciliat ei, per quem excitata est; vel quod admirantur omnes acumen uno saepe in verbo positum maxime respondentis, non numquam etiam lacessentis; vel quod frangit adversarium, quod impedit, quod elevat, quod deterret, quod refutat; vel quod ipsum oratorem politum esse hominem significat, quod eruditum, quod urbanum, maxime quod tristitiam ac severitatem mitigat et relaxat odiosasque res saepe, quas argumentis dilui non facile est, ioco risuque dissolvit. Quatenus autem sint ridicula tractanda oratori, perquam diligenter videndum est, quod in quarto loco quaerendi posueramus. Nam nec insignis improbitas et scelere iuncta nec rursus miseria insignis agitata ridetur: facinerosos [enim] maiore quadam vi quam ridiculi vulnerari volunt; miseros inludi nolunt, nisi se forte iactant; parcendum autem maxime est caritati hominum, ne temere in eos dicas, qui diliguntur.
Traduzione all'italiano
[...] Il posto e il terreno, per così dire, da cui scaturisce il comico - infatti questo è il secondo punto - è costituito dai difetti morali e dalla bruttezza fisica. Infatti si ride solamente o nella stragrande maggioranza dei casi, quando è messo in rilievo, sottolineato con bel garbo, qualche aspetto sgradevole. Per venire al terzo punto, è chiaro che all'oratore conviene suscitare il riso, o poiché la stessa ilarità suscita simpatia verso la persona che l'ha scatenata, o poiché tutti ammirano l'acume, spesso concentrato in una sola parola, soprattutto se è una risposta, ma anche se è un attacco, o poiché piega l'avversario, gli crea difficoltà, lo indebolisce, lo intimidisce, lo confuta, o poiché fa apparire l'oratore stesso come una persona raffinata, colta, arguta e soprattutto poiché mitiga e stempera la tristezza e la serietà, e spesso con un gioco o una risata dissolve odiose accuse, che non è facile confutare con argomentazioni. Il quarto punto, cioè entro quali limiti l'oratore possa usare l'arma del ridicolo, deve essere considerato con grandissima attenzione. Infatti non può essere oggetto del riso né la malvagia estrema anche macchiata di delitti, né l'infelicità estrema; si vuole infatti che i malfattori siano colpiti da una forza più potente del ridicolo, mentre non si vuole che siano derisi gli infelici, a meno che non siano arroganti; al contrario bisogna rispettare gli affetti degli uomini, affinché tu non parli con leggerezza nei riguardi di coloro che sono amati.